Tre corpi massacrati a coltellate. Una famiglia quasi azzerata. Giorgio Flores, sua moglie Serena e Lucia, la figlia maggiore, giacciono sul pavimento morti. Unica testimone Elena Flores, sedici anni, visibilmente sotto choc. Nell’elegante villetta di una placida cittadina della provincia italiana più benestante, è questa la scena del delitto che si presenta agli inquirenti. Tutti gli indizi portano a Stefano Grandi, il vicino di casa, un professionista affermato, il miglior amico di Giorgio e Serena Flores, sorpreso da un anticipato rientro a casa della famiglia mentre sta violentando Elena. Forse troppa chiarezza, secondo l’ispettore Giulia Vita, abituata ad andare sempre a fondo nelle cose e a convivere con il suo male, la terribile cefalea a grappolo.
E insieme alla caccia a Stefano Grandi si mettono in moto le indagini della polizia: interrogatori, intercettazioni, perquisizioni, rilevamenti, riscontri, analisi che, passo dopo passo, scoperchiano una realtà allucinante in cui sotto il perbenismo di facciata si nascondono droga e perversioni sessuali, corruzione e tradimenti, noia, egoismo, ipocrisia e soprattutto un vuoto infinito. I tratti che consentiranno a Giulia Vita e ai suoi uomini di disegnare una nuova verità ancora più devastante.
Mentre la vicenda reale di Erika e Omar si delinea sullo sfondo come angoscioso modello, Andrea Cotti conduce il lettore con ritmo inesorabile nella meticolosa ricostruzione dei meccanismi investigativi, procedurali e mediatici che alimentano un’inchiesta in cui sono coinvolti minori, nelle paludi psicologiche della disperazione giovanile, nella spietata fotografia di una società italiana malata. E intanto costruisce un thriller magistrale: questo è Un gioco da ragazze, terza uscita della collana Colorado Noir.
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