In un crescente (e preoccupante?) clima di prequel, remake e sequel - rigorosamente in ordine cronologico - il regista e produttore Ridley Scott ha annunciato che dopo 29 anni anche Blade Runner avrà il suo sequel anche se il produttore Andrew Kosgrove ha dichiarato che una possibile data di inizio delle riprese del film potrebbe essere non prima del 2013. Prima c’è da lanciare il fantascientifico “Prometheus” appena finito di girare e definito come una sorta di prequel di “Alien” che uscirà il prossimo anno.
Forse i fan più irriducibili storceranno il naso, ma il sequel sarà – speriamo - pur sempre meglio di un remake delle gesta di Rick Deckard, alias Harrison Ford.
“Il regista è il regista: tutto deve passare per le sue mani e sta a lui dire sì o no, e suggerire miglioramenti. Questo è un vero regista. [...] Viene un momento in cui si deve gridare, picchiare il pugno sul tavolo e dire: "Silenzio! È così che si farà, e sarò io che me ne occuperò." Ridley Scott
Non sappiamo ancora nulla sulla trama o la tempistica del film, ma la caccia allo scoop è aperto.
E il primo è che Ridley Scott ha confermato che il nuovo film “Blade Runner” non vedrà la presenza dell’attempato attore di Chicago (il prossimo anno spegnerà le sue settanta candeline).
L'attore di Indiana Jones aveva il ruolo di protagonista assoluto nel film culto del 1982, basato su un romanzo di Philip K. Dick, un detective che aveva l’incarico di rintracciare un gruppo di androidi che si spacciavano per umani. Anche se in verità, più di Deckard quasi tutti si ricordano di un grandissimo Rutger Hauer nella parte di Roy Batty.
A questo proposito una curiosità: fu proprio l’attore olandese a modificare il famoso monologo introducendo la parte sulle lacrime nella pioggia.
“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.”
Roy Batty - Rutger Hauer, “Blade runner”
Il film originale è stato liberamente tratto dal libro di Philip K. Dick Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, ma allora lo scrittore, di Chicago come Ford, ebbe anche un ruolo di primaria importanza nella stesura della sceneggiatura.
“Il vero protagonista di un racconto o un romanzo di SF è un’idea, e non una persona.” Philip K. Dick
Dick nel suo racconto voleva esplorare profondi significati e porre una importante questione: cosa è umano e soprattutto che cosa rende umani?
Quando Scott si incontrò con Dick ebbe la sensazione di un uomo segnato dal pessimismo, ma in fondo romantico. E allo stesso modo ha cercato di improntare il film, denotandolo più sul pessimismo forse che su una visione romantica del futuro.
“Lo strumento fondamentale per la manipolazione della realtà è la manipolazione delle parole. Se puoi controllare il significato delle parole, puoi controllare le persone che devono usare le parole.” Philip K. Dick
Infatti Scott trova in questo una spiegazione del fatto che il film all’inizio non fu così popolare tra il pubblico (con un budget di circa 28 milioni di dollari ne incassò negli Stati Uniti appena 33), perché alla base del film si parla in fondo della precarietà umana. “Anche se la gente vede Deckard come un moderno Philip Marlowe, in realtà il film parla della natura umana.”
“Io non so perché mi salvò la vita, forse in quegli ultimi momenti amava la vita più di quanto l'avesse mai amata... Non solo la sua vita: la vita di chiunque, la mia vita. Tutto ciò che volevano erano le risposte che noi tutti vogliamo: da dove vengo? Dove vado? Quanto mi resta ancora? Non ho potuto far altro che restare lì e guardarlo morire.” Rick Deckard - Harrison Ford, “Blade Runner”
Riguardo alla trama del sequel Ridley Scott non ha detto molto: "Pensavo ad una storia che potrebbe diventare un sequel, ma devo ancora trovare uno sceneggiatore che possa aiutarmi a svilupparla. Siamo ancora piuttosto lontani dal progetto."
Ridley Scott rimane così molto prudente sul progetto ed è in parte giustificato da una parte, non potendo contare sulla collaborazione con il visionario Dick, dall’altra perché i sequel non hanno sempre riscosso quel gran successo negli ultimi anni da "Basic Instinct" a "Dirty Dancing". È forse per questo che l'industria hollywoodiana spesso preferisce puntare sui remake?
“Moriremo... noi siamo stupidi.” Pris - Daryl Hannah, “Blade Runner”
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