La spesa del commissario, libro di Matteo Severgnini, è composto da cinque racconti che vanno ad articolarsi come un romanzo vero e proprio, perché l’intreccio tra loro è veramente forte e ben combinato tanto da assumerne quasi la struttura.
Il libro rappresenta uno spaccato della provincia italiana, quella del nordovest in particolare e ha come protagonista unico dei cinque racconti Arturo Devecchi, commissario di polizia giudiziaria che indaga su fatti che hanno coinvolto un piccolo luogo di provincia. Traspare da queste pagine il suo carattere di uomo tranquillo, con sani principi, legato a vecchi valori e un po’ fuori tempo per i suoi metodi anticonvenzionali. Questo dà di lui, agli occhi del lettore, l’immagine di un uomo banale, borghese. Lui è uno che nell’arco di tutta la sua vita ha avuto una sola donna cui è sempre stato fedele, una figlia tirata su con buona educazione e che non ha tanti grilli per la testa.
La trama poliziesca dei racconti potrebbe apparire un pretesto per raccontare aspetti della provincia italiana e per descriverne lo scenario abulico, le sue contraddizioni più inquietanti e i suoi risvolti più profondi.
È importante che la letteratura di genere affondi dentro questi temi e li porti a galla e lo faccia a tratti con quella disperazione che rappresenta la società attuale.
Il respiro di questi racconti si identifica nella figura di Devecchi per rappresentare questo disagio, perché il protagonista è prima di tutto un cittadino della provincia, un piemontese un po’ riservato e un po’ introverso. Eccolo all’opera ne “i giorni della merla”, dove il ritrovamento di un cadavere sul treno apre scenari in cui la ricerca della verità non è sufficiente, fino a “l’incontro”, dove la crisi economica trascina un giovane disoccupato, orgoglioso e disposto a tutto, anche a cacciarsi nei guai pur di mantenere la sua famiglia.
Interessante questo libro, mi ha convinto, la trama di questi racconti promette bene. Se un appunto devo fare mi sia consentito dire che le aspettative del lettore sono ripagate da pagine che scorrono fluide e questo lo si deve all’abilità dell’autore. Chiederei qualche emozione in più, qualcosa che ogni tanto possa far sobbalzare e rendere più allegra la lettura. Ma è soltanto una considerazione personale che nulla toglie al valore del testo.
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