Dopo un anno di silenzio non c'è miglior modo per iniziare che trattare di Vampiri La Maquerade, il gioco di ruolo.
Il titolo è il prologo e la rivelazione di ciò che vogliamo trattare in un modo inequivocabile.
Sul personaggio in questione si è sprecato già tanto inchiostro che non voglio soffermarmi a spiegare ai profani che cosa è; o più precisamente chi è il vampiro. La nostra rubrica, infatti, tratta del ruolo del giallo nei vari role-play game, seguendo una linea romantica-filosofica, che però non ci permette di approfondire a fondo il personaggio letterario vampiro. Possiamo solo esplicare che il vampiro è un non-morto che si nutre di sangue umano.
Il gioco -in gergo- sfonda una porta già aperta. Il vampiro è di per se un giallo.
Alle classiche domande: Chi? Perché? E come? Dell'investigatore più tradizionale, il vampiro risponde sono io!
Vampiri è un affascinante esperimento che attira il giocatore nelle vesti di un personaggio che viaggia nelle epoche, senza paura d'invecchiare. E' il ruolo di un flaneur di giorno e di un cacciatore di notte; e chi non lo vorrebbe essere?!
Il gioco tuttavia tenta di dipingere di colori, la vita così oscura e prettamente solitaria del vampiro. Alle spalle, infatti, cancella la romantica origine di Dracula, per soppiantarla con un origine più biblica. In sintesi tutti vampiri nascono da Caino; ed è appunto dal primo omicidio della storia occidentale che prende la radici La Maquerade.
Il vampiro, come lo si conosce non è più solo; ma vive alle spalle degli uomini in una sub-società parallela. Ha una gerarchia ben precisa che deve rispettare e una guerra santa da combattere tra clan rivali. Ma nonostante la sua invulnerabilità, non esiste un vampiro superiore a tutti; e tutti devono aspettarsi prima o poi di essere mangiati da un pesce più grande.
Il bello di questo gioco -secondo me- si esaurisce nel ruolo stesso del vampiro, come dicevo all'inizio. E' il classico giallo alla serie televisiva Colombo e gli amanti del genere me ne perdonino; perché io stesso sono un fan di Peter Falck. Sappiamo fin dall'inizio chi è l'assassino; è come ci si arriva che rende il tutto più eccitante. E' come prendere al contrario le famose parole del solitario di Providence H.P. Lovecreft: “Il vero ignoto siamo noi stessi; solo attraverso ciò che proviamo, ossia i nostri sentimenti, possiamo riconoscerci”. Niente di più di ciò che dettava al suo ingresso l'oracolo di Menfi duemila anni prima: “Conosci te stesso”.
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