Figura e non sfigura Millennium - Uomini che odiano le donne di David Fincher, remake (ma non secondo Fincher…) del “quasi” omonimo svedese (Uomini senza Millennium…) di “solo” due anni addietro.
Già, perché per quanto le vicende oramai arcinote lascino del tutto indifferenti, si è tuttavia catturati dal cöté visivo che Fincher e la sua factory (fotografia, montaggio, scenografie sono quelle di The Social Network, ma non solo…) orchestrano ad iniziare dalle “mise” di Blomkvist/Daniel Craig, proseguendo con la splendida magione del villain Martin Vanger/Stellan Skarsgård, per finire con le sopracciglia ossigenate di Lisbeth Salander/Rooney Mara, mentre la cinepresa di Fincher come al solito sembra un organismo vivente in cerca di cibo e aria.
Attenzione poi perché l’ouverture con Immigrant Song dei Led Zeppelin “trattata” da Trent Reznor e Karen O., un delirio di carne, metallo, liquidi corporei, feticismo, bondage, estetica cyberpunk, già da sola vale mezzo film.
Aggiungere qualcosa d’altro è impresa improba perché stavolta, più del solito, la mano che scrive non riesce a stare dietro all’occhio che ha guardato.
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