«Un anno prima avevo scritto una serie di articoli su un avvocato che svolgeva il proprio lavoro sul sedile posteriore di una Lincoln, e l’autista che lo portava in giro era un cliente che pagava così la parcella»: con queste parole Michael Connelly, nelle pagine del recente L’uomo di paglia, strizza l’occhio al suo romanzo Avvocato di difesa (The Lincoln Lawyer, 2005), primo di una serie di romanzi con protagonista Mick Haller il cui terzo titolo, del 2011, arriverà probabilmente in Italia l’anno prossimo.
In attesa di questo nuovo romanzo, arriva in Italia - solamente nel circuito home video - la trasposizione cinematografica della prima avventura dell’avvocato che lavora on the road.
Adattato dallo sceneggiatore televisivo John Romano, The Lincoln Lawyer (2011) vede il ritorno di Matthew McConaughey - qui davvero in stato di grazia - nei panni di un avvocato con una coscienza: nel 1996 l’attore texano aveva interpretato un altro avvocato difensore con una coscienza ne Il momento di uccidere (A Time to Kill), tratto dal romanzo omonimo che segnò l’inizio della carriera di uno dei più celebri autori di legal thriller, John Grisham.
Mick Haller gira per le vie di Los Angeles su un macchinone con tanto di autista-tuttofare. È un avvocato di difesa quindi il suo lavoro è fare di tutto per rimettere in libertà i criminali senza farsi troppi scrupoli, anche se spesso e volentieri preferisce trovare compromessi accettabili.
La sua vita cambia quando viene ingaggiato da un ricco rampollo accusato di violenza sessuale: ciò che il suo nuovo cliente gli rivela in confidenza potrebbe far scagionare un innocente che Haller non ha saputo difendere anni prima, ma essendo un avvocato non può assolutamente utilizzare le informazioni avute dal suo cliente. Haller si ritroverà ben presto invischiato in un gioco perverso e complesso da cui uscirne integri sarà difficile: ora tutti i trucchi imparati sulla strada dovranno essere usati per salvarsi la vita.
Corposo legal thriller di quelli buoni, il film si basa prepontentemente su due degli aspetti più dimenticati della recente produzione hollywoodiana: una trama solida e una buona recitazione. Essendo tratto da un bestseller - anche se “ridotto” per ovvie esigenze filmiche - la storia funziona, i colpi di scena ci sono e la visione è appassionante fino alla fine. Malgrado le ripetute incursioni nelle commedie romantiche, McConaughey dimostra ancora una volta di dare il meglio di sé in ruoli drammatici e sul filo del rasoio: regge il suo ruolo con consumata bravura dall’inizio alla fine senza scadere negli insidiosi pericoli che questi ruoli presentano. Non si autocompiace né esagera con l’emotività: è un avvocato di esperienza e quindi agisce con mano sicura e convince fino in fondo.
The Lincoln Lawyer è un film massiccio da gustarsi e da cui lasciarsi affascinare.
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