Se non fosse crollato nella mia piccola villa di periferia il soffitto, non mi sarebbe entrato in casa l’ingegnere. Se non avessi incontrato l’ingegnere, non mi sarei innamorato a 54 anni… Se non mi fossi innamorato, non sarei stato coinvolto nella morte del teatrante Signorini. E se non fossi stato coinvolto nella morte di Signorini, non mi sarei trasformato in detective.
Ricostruiamo gli avvenimenti, con ordine. Guido Speier, ex cronista ostinato della nera bolognese, si è ritirato definitivamente dalla ribalta giornalistica e affitta camere nella sua villetta di via dei Lamponi. Con i suoi due inquilini (Leo, un ex chimico aspirante clown, e Sandro, ex psicologo e assatanato cinofilo) condivide una regola ferrea: aver chiuso con il passato per cominciare una vita nuova. Il crollo di parte del soffitto della villetta di via dei Lamponi scaraventa Speier e compagni sul palcoscenico della cronaca locale e regala loro una nuova inquilina: l’ingegnere Caterina Trezzi, una Claudia Schiffer che spande luce come una batteria di riflettori e diffonde polvere d’oro dai capelli. Caterina coinvolge Speier, suo malgrado, in un’indagine rischiosa: la morte di Corrado Signorini, fondatore, regista e animatore del Teatro Metropolitano di Bologna. Per la polizia, il caso è archiviato come un incidente: ma che cosa si nasconde dietro il presunto malore di Signorini? Speier il Compianto, il Sopravvissuto, il Fuggiasco, il Dubbioso, l’Ascoltatore, il Memore, lo Stratega (secondo la galleria di epiteti che gli viene affibbiata dai suoi interlocutori) si trasforma in segugio e detective e, con l’aiuto dei suoi bizzarri compagni, ricostruisce una vicenda di amore e rancore, data fine 1970, negli ambienti dei teatri d’avanguardia e della cultura underground bolognese. In un’atmosfera ovattata e morbida, da periferia residenziale quasi campagnola (ché il comune risparmia sull’illuminazione), Bologna appare come la vera protagonista, anzi il pretesto per raccontare di questa città disturbata e affascinante, inquietane e seducente.
Pier Damiano Ori è giornalista della RAI di Bologna e scrittore di thriller.
Di applausi si muore è il primo episodio della saga dedicata a Guido Speier e alla sua banda. Un romanzo gustosissimo, divertente e scoppiettante, che ti prende e non ti lascia più. Perché, come sottolinea Carlo Lucarelli nella prefazione, la narrazione è sempre così vivace, veloce e brillante anche quando stanno per succedere cose che dovrebbero preoccupare, così delicatamente surreale, anche quando si parla di cose che angosciano.
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