Inediti speciali…

Tredici passi alla forca di John Dickson Carr e Val Gielgud, Mondadori 2011.

Quattro rappresentazioni teatrali degli anni Quaranta in diversi teatri inglesi. Traduzione del grande (passatemela) Mauro Boncompagni.

Vado a braccio con spunti in qua e là che vi renderanno parecchio nervosi:

L’ispettore Silence va in onda.

Scena della commedia in un sotterraneo. Stoccatine fra attori, presente l’ispettore capo Silence imbarazzato a leggere. Un morto che dovrebbe essere finto ed è vero, una pistola omicida scomparsa, un colpo in testa all’uomo sbagliato.

Tredici passi alla forca.

Scantinato di un edificio scolastico. Anno 1944. Wallace Hatfield processato quattro anni prima per l’omicidio della moglie e assolto, vuole tuttavia dimostrare la sua innocenza a coloro che sono rimasti dubbiosi. Intervista del colonnello Henry Byce ex capo della polizia indiana, altro morto nello stesso punto in cui era stata trovata la moglie di Hatfield. Occhio al rumore fastidioso dei martelli pneumatici.

L’ombra dell’intruso.

Studio della casa di Richard Marlowe, il Narratore. Un delitto che vuole essere finto e che diventa reale, “L’assassinio come una delle belle arti”. Con l’ispettore Sowerby. Ansia, paura, tensione…

La morta aveva il sonno leggero.

Al tempo di Napoleone poco prima della battaglia di Waterloo. Una bella ragazza, un ufficiale prussiano innamorato di lei e respinto che l’ha fatta impiccare. Il nuovo incontro, il traditore e l’amore vero.

Non c’è altro da dire, quando il tutto si legge senza un momento di pausa lungo una strada deserta e si può essere fermati solo da un cancello chiuso.