Nuovo sfolgorante titolo di Hong Kong, stasera alle 21.10 su RAI4 all’interno del fenomenale ciclo “Estremo Oriente”: un Jackie Chan più dark che mai rielabora se stesso e presenta un noir durissimo, New Police Story.
Girato nel 2004 da Benny Chan - che con Jackie aveva già firmato il divertente e scavezzacollo Senza nome e senza regole (Who Am I?, 1998), e in seguito l’assolutamente dimenticabile Rob-B-Hood (2006) - il film è sceneggiato dal quasi esordiente Alan Yuen e si presenta come una dura rivisitazione del genere poliziesco cittadino di Hong Kong che Chan, nel lontano 1985, aveva cavalcato e reso celebre nel mondo. (Tranne ovviamente in Italia, dove arrivò con colpevole e corposo ritardo.)
L’ispettore Chan è il personaggio conosciuto in molti film: non è solo protagonista della serie ufficiale Police Story, ma torna qua e là anche in forma di cameo (come quello irresistibile in Project S). Mentre nel genere gongfu comedy in costume l’attore Jackie Chan viene spesso identificato con il personaggio del drunken master, quando si parla di polizieschi lui è sempre l’ispettore Chan: poliziotto tutto d’un pezzo, ligio al dovere ma che non esita ad usare metodi poco ortodossi per assicurare i criminali alla giustizia.
In New Police Story il personaggio però cambia forma: festeggia i cinquant’anni e le rocambolesche coreografie non sembrano più calzargli bene - per quanto non manchino nel film. Il mondo è cambiato, il 1985 è lontano e gli scoppiettanti anni Novanta sono finiti. Ora il mondo è infestato di un genere di criminali di tutt’altra pasta, duri e senza morale, non più le vittime della povertà o del degrado sociale bensì giovani ricchi, figli di businessmen distratti, con tanto tempo e risorse a disposizione.
Quella di New Police Story è un’amara critica piena di fiele nei confronti delle nuove generazioni, prive di qualsiasi valore se non quello della spietatezza e della ricchezza.
Ma c’è anche uno spiraglio di speranza, costituito dal giovane Zheng (Nicholas Tse, che da anni sta facendo gavetta in ottimi film e che probabilmente diventerà un ottimo protagonista) che ha valori da rispettare, anche se forse non proprio in maniera limpida.
Il super cattivo della storia è interpretato dall’ottimo Daniel Wu, già grande protagonista di Naked Weapon e che Chan ha voluto ancora al suo fianco nel più recente La vendetta del dragone (Shinjuku Incident, 2009) che, malgrado il deprecabile titolo italiano, è un film ancora più nero e drammatico di New Police Story.
A proposito di Naked Weapon, un altro attore di quel film è nel cast di questo: Andrew Lin, ottimo caratterista il cui combattimento finale contro Maggie Q è entrato negli annali del cinema marziale.
New Police Story nell’anno di programmazione nei cinema di Hong Kong si è classificato terzo film del 2004, con i suoi 21 milioni di dollari di Hong Kong di incasso.
Continua quindi la coraggiosa e assolutamente encomiabile iniziativa della RAI di proporre finalmente, per la prima volta in chiaro e in prima serata, i grandi capolavori del cinema asiatico contemporaneo che il grande pubblico italiano non è abituato a considerare, troppo distratto dai prodotti di scarto che troppo spesso hanno invaso il mercato.
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