Un anno passa veloce. Anche troppo. In genere, questo non è un bene.
Consoliamoci con alcuni aspetti positivi. Cioè, con le poche volte in cui un anno andato rappresenta un qualcosa di positivo. Un appuntamento che attendevamo appunto da una dozzina di mesi, per esempio. In questo caso, il rendez-vous è quello con la narrativa breve di uno degli autori di punta del panorama narrativo italiano: Sergio “Alan D.” Altieri.
È infatti uscito l’estate appena trascorsa il volume Underworlds: echi dal lato oscuro, quarto della serie “Alan D. Altieri: tutti i racconti”, pubblicata con cadenza annuale dalla TEA. Lo scopo è quello di raccogliere organicamente tutti gli editi, più alcuni inediti, della produzione breve dello scrittore. Un lavoro non di semplice ristampa, va sottolineato. Ognuna di queste antologie è costruita in modo da avere un fil rouge di fondo. I racconti già pubblicati in passato sono stati tutti rivisti, talvolta riscritti, dall’autore. Inoltre, ogni singolo lavoro della raccolta è introdotto da Altieri, il quale di volta in volta spiega la genesi del testo, ricorda dove è stato pubblicato in prima battuta, coglie l’occasione per aggiungere spunti di riflessione... Confermando così che il progetto di raccolta sistematica viene portato avanti non solo con accurata professionalità, ma anche con reale passione ed emozione.
Questo il sunto dell’opera che la TEA propone sul risvolto di copertina della quarta antologia:
"Underworlds" raccoglie sette storie che esplorano il lato più oscuro e ai confini del soprannaturale dell'universo narrativo di Alan D. Altieri, il "Maestro italiano dell'Apocalisse", capace ogni volta di stupirci e di spostare ancora più avanti i confini della sua affilata e potente immaginazione. Il volume si apre con una versione completamente rinnovata di "Scarecrow", lo spaventa-corvi sentinella della tenebra, una delle storie più amate (e introvabili) di Altieri, e soprattutto è arricchito da ben due inediti. "L'ultimo rogo della Morte Rossa", cupa visione finale di un mondo che cavalca verso l'estinzione accompagnato dalla voce dolente e già ultraterrena del vecchio Johnny Cash; e "Totentanz", la danza della morte, che racconta in presa diretta le micidiali conseguenze di un reality show fuori controllo: quell'estrema spettacolarizzazione della violenza in cui già siamo immersi, anche se spesso preferiamo voltare lo sguardo dall'altra parte.”
Volete saperne di più?
Beh, ovviamente è la lettura di Underworlds il modo migliore per farlo.
Ma siccome ThrillerMagazine è qui proprio per informarvi al meglio, come vi abbiamo (ben) abituato in passato, anche quest’anno abbiamo colto l’occasione di questa uscita in libreria per porre qualche domanda ad Altieri.
Per leggere l’intervista, ecco il link: rubriche/11673/
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