Il 19 e 23 novembre del 1986 sulle televisioni americane andò in onda una storia in due parti che costituisce uno dei più curiosi crossover del mondo dei telefilm: l’investigatore delle Hawaii Thomas Magnum e la signora in giallo Jessica Fletcher si ritrovano fianco fianco per risolvere un caso e per salvarsi la vita a vicenda. Ma cosa c’entra questo evento con gli pseudobiblia?
Va ricordato che Magnum lavora come addetto alla sicurezza della lussuosa villa del riccone Robin Masters - che non si vede mai nella serie - tenuta dal pomposo Jonathan Higgins, che più d’una volta Thomas sospetterà d’essere in realtà Masters stesso. Quest’ultimo (che sia vero o meno) è uno scrittore di grande successo, sebbene Higgins definisca i suoi lavori come “libracci”. «Non sono dei libri seri», avrà a dire.
Non c’è quindi niente di strano se un giorno alla tenuta hawaiiana arriva un’amica scrittrice...
L’episodio “Realtà e fantasia” (Novel Connection, 7x08) di Magnum P.I. - scritto da Jay Huguely e diretto da Harry Harris - si apre citando gli pseudobiblia di Masters.
«Il titolo è “Echi di un’estasi” (Echoes of Ecstasy) - racconta Higgins alle donne venute in visita alla villa. - Il signor Masters pensava di poterlo finire in tempo per essere qui al vostro arrivo, comunque spera di riuscire a scrivere oggi le ultime pagine e di lasciare la Grecia stasera». È il titolo ideale di una soap opera, fa notare l’amica Pamela Bates, «e certo non evoca una letteratura di buona qualità».
Del misterioso Masters sappiamo che il suo romanzo migliore è stato “Il fruscio del serpente” (Serpent’s Whisper), titolo suggeritogli da Pamela al posto dell’originale “La valle delle vipere” (Valley of the Vipers).
Appena arrivate alla villa, però, le ospiti cominciano a comportarsi in modo strano. Due di loro scompaiono (forse rapite) e la terza, Pamela, si rifiuta di far investigare Magnum sull’accaduto. Per fare chiarezza su tutto, dice la donna, ha invitato «un investigatore che proviene dal controspionaggio». Chi sarà mai?
Ad arrivare in aiuto di Pamela è niente meno che Jessica B. Fletcher, la mitologica Signora in Giallo. «Se conosco J.B. Fletcher? - esplode Magnum. - È una famosa serie televisiva, giusto? Ma credevo che fosse uno scrittore... Insomma, se lei è la J.B. Fletcher che conosco io, mi sorprende che sia una donna... credevo che lui fosse una lei e che questa lei fosse anche un’investigatrice...»
Come risalta subito chiaro, i traduttori italiani si sono premurati di far sapere agli spettatori che la donna è la protagonista di una serie TV, ma poi il discorso sballa: se appare in TV, come faceva Magnum a crederla un uomo? Ovviamente perché J.B. Fletcher è la firma con cui la Signora in Giallo firma i propri romanzi, pseudobiblia scritti all’interno del longevo telefilm “La signora in giallo” (Murder, She Wrote). Non è un gioco di metatelevisione: il personaggio di Magnum legge i romanzi di J.B. Fletcher, credendola uno scrittore uomo... non guarda mica in TV “La signora in giallo”! (Lo dimostra il fatto che l’episodio si chiude con Tom che legge Jess!)
Lo scontro tra Magnum e la Fletcher è di stile: un investigatore d’azione e una fine osservatrice romanziera usano metodi ben diversi per giungere alla verità. «Dovevo ammettere che non le mancavano le qualità, - afferma Magnum fiuori campo. - Se è lecito per un romanziere servirsi di indizi non rilevanti, nel processo creativo un vero criminologo ha bisogno di indizi che abbiano una relazione con una relativa realtà e... be’, avete capito, no?» Magnum ha le idee chiare!
L’episodio si chiude con Magnum che uccide il cattivo con un proiettile in petto: dissolvenza, battuta finale e fine. Ma la storia non è finita, anzi ci sono molti spunti lasciati volutamente in sospeso: il terreno è pronto per un episodio di “La signora in giallo”.
La puntata “Magnum on Ice” (3x08) è misteriosamente inedita in Italia, malgrado il telefilm venga replicato all’infinito: forse che gli spettatori non capirebbero che la storia è iniziata in un altro telefilm? Eppure c’è un più che esplicativo riassunto iniziale... (Wikipedia dice che nel 2008 l’episodio è stato trasmesso su satellite, ma in lingua originale con sottotitoli.)
Comunque il telefilm vede il succedersi di Rober E. Swanson alla sceneggiatura e Peter Crane alla regia: trattandosi di un serial completamente diverso deve seguire regole tecnico-stilistiche diverse. Così il cadavere che chiudeva l’episodio di “Magnum P.I.” ha ora un bel foro di proiettile nella schiena (magia di quei falsi finali che facevano impazzire la Annie Wilkes della “Misery” kinghiana!) e il buon investigatore baffuto viene accusato su due piedi di omicidio di primo grado: starà all’arzilla Fletcher indagare con il suo solito stile e risolvere tutta la vicenda.
Come succede nei crossover, ognuno è padrone a casa sua: in “Magnum P.I.” Thomas fa tutto e la Fletcher è una strana ospite un po’ curiosa; ne “La signora in giallo” la scrittrice è regina della storia e l’investigatore se ne sta quasi sempre dietro le sbarre, uscendo in tempo per la scena d’azione finale: pretendere che la Jessica saltasse addosso a un cattivo armato di pistola era decisamente improponibile!
L’unico riferimento librario di questo episodio lo troviamo quando i due protagonisti si incontrano fuori dal carcere. «Ho finito il tuo libro, Jessica», dice Magnum: ma quando l’ha letto? È vero, l’episodio precedente si chiudeva con lui che si gustava il romanzo “Gli omicidi dell’ombrello” (The Umbrella Murders) - pseudobiblion della Fletcher che tornerà più avanti nella serie - ma quello era un falso finale, visto che invece l’uomo viene arrestato subito per omicidio. Un indizio viene dal fatto che in un’inquadratura si nota che nella cella dove giace Magnum c’è un libro senza copertina sul letto: che oltre all’arresto la polizia delle Hawaii costringa i detenuti a leggersi i romanzi della Fletcher? Non è una chiara violazione dei più basilari diritti umani?
«Credevo che Dashiell Hammet fosse più il mio genere, - è comunque il giudizio del rude investigatore, - ma mi piace il tuo modo di ragionare». «Lo prendo come un complimento» risponde la Fletcher sorridendo.
Com’è consuetudine dell’epoca, l’episodio finisce con tutti che ridono.
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