L’ultimo terrestre siamo noi.
Detto così suona strano, ma ad essere strano è anche questo UFO titolato come sopra, L’ultimo terrestre appunto, decollato da Venezia ai comandi di Gian Alfonso Pacinotti (in arte Gipi, disegnatore di fumetti di sicuro talento all’esordio cinematografico con un racconto di un altro disegnatore, Giacomo Monti) ed atterrato subito in sala (semideserta a dire il vero, ma oramai per vedere qualche sala piena tocca andare ai Festival…).
Siamo noi, si diceva. Siamo noi che facciamo un lavoro normale, che le donne beato chi le capisce (e facciamo male solo a pensarlo…), che magari abitiamo in provincia dove covano “pulsionionacce” razziste, pronte ad esplodere per un nonnulla. Il bello è che nemmeno l’arrivo imminente (e annunciato…) degli extraterrestri pare distoglierci poi troppo da quel nonsense quotidiano che incolla un giorno all’altro e li fa indistinguibili, tranne che per gli stessi ET che a differenza di noi capiscono subito la differenza tra il dare e l’avere e non ci mettono molto a capire quello che c’è da salvare e quello che è meglio lasciare andare a fondo.
L’ultimo terrestre non è apocalittico, almeno non nella misura in cui sono state le ultime pellicole con al centro extraterrestri (anche se il finale un pochino lo è…), però non secerne nemmeno chissà quali speranze. Mette al centro della matassa Luca (Gabriele Spinelli, una faccia, la sua, che sembra uscita che so, da Ecce Bombo, un’anti-Scamarcio calzato e vestito, un Ceccherini 2…), stralunato, introverso, facendone di tutto tranne che una caricatura, il che non è poco. Indovina pezzi molto divertenti che è impossibile non citare, tipo l’allenatore delle giovanili del Cesena (se ci ricordiamo bene…) preoccupato che anche stavolta i grandi club finiranno col prendersi l’extraterrestre dai piedi buoni finendo così per rovinare definitivamente i vivai, o la prostituta che riceve nel negozio di mobili dove ogni letto corrisponde ad una professione e ad ogni professione la sua bella tariffa, ma ne sbaglia clamorosamente altri dove è la noia a prevalere e messi là solo per fare metraggio.
Difficile, solo a scriverne, darne un’idea precisa.
Meglio vederlo senza troppe aspettative altrimenti la delusione è certa…
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