Dodici racconti da slurp!…
Il calendario del delitto di Ellery Queen, Mondadori 2011.
Un racconto per ogni mese dell’anno del grande Ellery. Impossibile lasciarselo sfuggire. Dai miei appunti senza troppo ordine e senza troppa grammatica, così come li ho presi. Intanto prima di ogni racconto c’è spesso un cappello storico che ci può portare anche al tempo dei romani. Ma veniamo al sodo: Eastern University, un club interno dei Gianariani, un fondo speciale e chi rimane si becca tutto, tre morti sospette, un solo assassino; George Washington nella fattoria di Simeon Clarke nel 1791, occorre ritrovare il decacent lasciato da lui come ringraziamento dell’accoglienza; un detective che consulta Ellery, gli hanno rubato la dichiarazione dei redditi, ricatto, classica scoperta del colpevole attraverso la data di un giornale; richiamo a Caligola che usava i dadi truccati, qualcuno deve decifrare tre indizi, in mano all’ucciso un paio di dadi del terribile imperatore; guerra civile americana, tre veterani ancora viventi, un tesoro che rimane al sopravvissuto, occhio alla tromba del silenzio; richiamo a Giunone e al mese di giugno “Chi si sposa in giugno ha la felicità in pugno”, di mezzo l’amore e il tema del mancino; storia di William Kidd e la leggenda del tesoro nascosto, qui movimento, tensione, pericolo; una presa in giro per Ellery con fatti inventati, l’arte che imita la natura, controparte di un libro scritto; delitto al circolo dei “Gatti Neri” con travestimento in costume; racconto di Natale, un babbo Natale che non è proprio quello che doveva essere, scomparsa la bambola del Delfino. Eccetera eccetera…
Al centro Ellery che spesso pensa “con gli occhi fissi nel vuoto, come trasognato” e la segretaria Nikki Porter sempre in apprensione per lui. Ed il solito stile brillante ricco di humour dell’autore o, meglio, degli autori che sotto lo pseudonimo si celano due formidabili cugini.
In “I segreti del giallo” un bell’excursus di Sabina Marchesi su Ellery Queen un marchio straordinario. Tra gli anni 50 e il 1971 uscirono numerosi romanzi di autori diversi sotto la supervisione di Lee e Dannay. Superbo commento sul primo film vero e proprio nel 1935 “Dieci incredibili giorni” di Claude Chabrol con un attore come Orson Welles e… e basta la parola.
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