La Mont Blanc disegna un semicerchio nell'aria, scivola via e finisce dritta sul ripiano della scrivania, con uno schiocco secco, tuc!, risvegliando dai pensieri l'uomo vestito di nero che se la stava rigirando tra le dita nervose da qualche minuto. Per alcuni secondi ancora, l'uomo non parla, fissando assorto la penna stilografica caduta dalla sua mano.
È la ragazza sdraiata sul divano, dall'altra parte della stanza, a rompere per prima il silenzio:
- La "carta" quindi dovrebbe essere il colpo di scena risolutivo: sono proprio curiosa di vedere cosa si inventeranno nel capitolo finale. Pensa a quanti nodi dovranno sciogliere!
- Ohi! Per quanto mi riguarda, questa storia dovrebbe finire qui. - L'uomo in nero sembra ridestarsi dalla concentrazione. - Li potresti chiamare per organizzare un ultimo incontro?
La ragazza dai capelli a caschetto lo fissa stupita. - Non vuoi che scrivano il finale? Potrebbe gettare nuova luce su tutta la storia, invertire i ruoli, creare...
- Vanessa! - la interrompe seccato l'uomo. - Chiamali, per favore. Li incontrerò in aula domani.
La ragazza sbuffa contrariata. - Sacratenebra! Alle volte proprio non ti capisco. E va bene, avrai tutti i colpevoli riuniti nella stessa stanza, neanche fossi quel bizzarro detective di Agatha Christie... Purè, Pierrot...
- Poirot, si chiama Hercule Poirot, il detective di Agatha Christie... - mormora sconsolato l'uomo vestito in nero mentre si accarezza il pizzetto.
* * *
- Se questo fosse un romanzo, potrebbe essere Assassinio sull'Orient Express di Agatha Christie e se fosse un film, sarebbe... Ohi! Anche qui direi Assassinio sull'Orient Express... il film diretto da Sidney Lumet.
Una donna alza la mano, ma non aspetta il permesso per parlare. - Perché ci ha chiamati così di corsa, signor Lucarelli?
- Non sono Lucarelli. - commenta rassegnato l'uomo in nero. - È dall'inizio del corso che mi perseguitate in questo modo: vorrei fosse chiaro che mi chiamo Cornelio Bizzarro. È vero, con Lucarelli condivido la professione di scrittore, il modo di vestire e una certa rassomiglianza fisica, ma il fatto che anche lui abbia partecipato al mio corso di scrittura creativa, e che tutti voi l'abbiate visto lì accanto a voi, dovrebbe farvi capire che siamo due persone diverse.
- Già, ma intanto non vi si è mai visti insieme nello stesso tempo - dice uno degli scrittori.
- È come Robert De Niro e Al Pacino in Heat - gli fa eco un altro. - Tanta pubblicità per il loro primo film insieme, e poi non li si vede mai nella stessa inquadratura.
- Signori, vi prego, non divaghiamo - cerca di riprendere la parola l'uomo in nero.
- Dov'è oggi Lucarelli, per esempio? - chiede un altro scrittore. - Ci siamo tutti, tranne lui.
- Mi ha chiamato: arriverà in ritardo - risponde Cornelio. - Ma torniamo al motivo per cui siamo qui. Vi ho riuniti tutti per informarvi che il corso è finito. - Un leggero brusio attraversa la stanza - Ma anche per informarvi che l'esperimento è fallito.
Un attimo di silenzio ad arte, poi l'uomo in nero riprende. - Avevo ipotizzato che il "romanzo totale" a cui avete partecipato sarebbe potuto diventare un libro, ma mi dispiace informarvi che non me la sento di portare alla stampa un lavoro del genere. Non sono soddisfatto del risultato.
Il brusio della stanza stavolta è decisamente infuriato. Nascono le domande più varie.
- Ma ha letto bene i capitoli?
- Ha capito la mia metafora?
- Ha colto il sottotesto politico-sociale?
- Ci ha "sentito" Paul Auster?
- Si vedono i colori di Vermeer?
Cornelio scuote deciso la testa. - È inutile, non potete spiegare qualcosa che avete scritto e... I colori di Vermeer!? - Fa un gesto come per detergersi il sudore. - Quando scrivete qualcosa, state cristallizzando un'idea, la state seppellendo in una bara di cristallo: non è più vostra ma del lettore. Non potete più spiegarla: se non è chiara da sé, il gioco è finito.
- E dunque... abbiamo perso? - chiede timidamente una scrittrice.
Cornelio la guarda in modo grave. - Ma no, non ho detto questo. Non era una gara in cui si doveva vincere o perdere. Era semplicemente un gioco in cui si arrivava tutti insieme. Però mi dispiace dirvelo, perché so che ci avete messo il cuore, ma il libro che avevamo ipotizzato non mi sembra il caso di stamparlo. Tutto qui.
Un brusio di scontento smuove l'aria calda dell'aula.
- Come dicevo... - Cornelio si appoggia alla scrivania e unisce le dita a mo' di preghiera. - Se questo fosse un romanzo sarebbe Assassinio sull'Orient Express. Perché, come nella storia raccontata dalla celebre scrittrice inglese, c'è una sola vittima, il romanzo totale su Lucarelli, e siete tutti colpevoli di aver inferto una ferita mortale a testa. - Aspetta pazientemente che si plachino gli echi di protesta. - Il corso di scrittura creativa è completato, anche se il saggio finale non è andato a buon fine. Riceverete un attestato di presenza e una mia personale lettera di raccomandazione in cui userò toni entusiastici, visto che ogni singolo capitolo merita di essere letto, ma secondo me, nel suo complesso, il romanzo manca di una struttura coerente per meritare una pubblicazione.
- Dannazione, ragazzo, sei il solito depresso! Ai miei tempi, nella letteratura pulp c'era ben di peggio che gli scritti di questi ragazzi!
Affianco a Cornelio è apparso Marlowe, uno dei fantasmi letterari che lo accompagnano nella vita. Marlowe è seccato e si rivolge allo scrittore tenendo una sigaretta accesa tra le dita. Cornelio è infastidito da quella presenza e vorrebbe ribattere qualcosa, ma si trattiene perché si rende conto che lo prenderebbero per matto. Visto che il fantasma lo vede solo lui.
Uno degli scrittori, un uomo dai capelli lunghi raccolti in una coda, si è alzato in piedi innervosito: - Ma cosa dice l'editore?! - con una mano indica l'uomo seduto vicino a Cornelio.
L'editore, dai capelli bianchi e corti, abbozza una leggera smorfia con la bocca e, sotto lo sguardo vigile di Cornelio, parla: - Non posso che attenermi alla decisione di Bizzarro. - Detto questo l'editore ritorna in silenzio. Ma il tamburellare nervoso delle sue dita sulla cartellina verde davanti a sé la dice lunga sulla tensione che c'è tra lui e lo scrittore di noir.
Cornelio raccoglie le sue cose dalla scrivania in un chiaro segno di congedo.
Gli scrittori si guardano stupiti l'un l'altro: la sorpresa e l'incredulità non sono ancora evaporate.
- Tutto qua? Non vuole neanche entrare nel merito dei nostri scritti? Dirci dove abbiamo sbagliato? - chiede uno di loro.
Cornelio si gira e lo guarda sorridendo sarcastico. - Sbagliato? Ohi, nessuno di voi ha sbagliato. Non esistono errori in letteratura. Vi lascio con un aforisma celebre di Oscar Wilde. "Non esistono libri buoni o cattivi: ci sono solo libri scritti bene o scritti male". I vostri capitoli sono scritti bene, ma messi insieme farebbero un romanzo scritto male.
Attraversa velocemente la stanza a testa bassa ed esce.
- Non ci posso credere... - sibila una scrittrice.
- Una cavolo di citazione e il corso è finito...
- E ora che ne facciamo dei nostri capitoli?
Mentre gli scrittori discutono tra di loro, accalorati e stupiti, l'editore, non visto, estrae un foglio dalla sua cartellina verde. - Non ho nessuna intenzione di rinunciare a un grosso affare editoriale - pensa - Bizzarro non può continuare così. Sono mesi che gli chiedo un romanzo e non si decide a scriverlo. Gli organizzo questo corso di scrittura per ottenerne uno e lui mi brucia l'occasione in questo modo. Sono stanco dei suoi capricci. Pubblicherò il libro anche senza il suo consenso! Anche a costo di mettergli contro tutti questi scrittori indiavolati! - L'editore posa il foglio sulla scrivania ed esce dalla stanza alla chetichella.
- Ehi, guardate, nella fretta Bizzarro ha lasciato sulla scrivania un foglio. Ma... Non è possibile! Che figlio di... - Lo scrittore con il codino ha guardato meglio il foglio ed è sbiancato in volto. Velocissimi e curiosi si sono accalcati tutti dietro di lui a guardare cosa stringe con rabbia tra le mani. È una prova colore della copertina di un libro. Il titolo: Chi ha ucciso Lucarelli? campeggia a grandi caratteri. Sotto c'è la scritta: "Il nuovo grande thriller di Cornelio Bizzarro"...
* * *
- Pronto, Vanessa? Sono io.
- Ciao, Biz, com'è andata?
- Mi sembra abbastanza bene. Li ho lasciati contrariati ed arrabbiati, ma poi mi hanno telefonato tutti contenti per invitarmi a cena. Sembra che vogliano festeggiare la fine del corso a casa di uno degli scrittori, uno chalet isolato in montagna.
- Uno chalet isolato? Sacratenebra! Proprio come in quel film... "Dieci piccoli indiani"! - La voce di Vanessa è allarmata. - Mica ci andrai...?!
- Vanessa, ma tu non leggi mai un libro? Non lo sai che "Dieci piccoli indiani" prima di essere un film è un famoso romanzo giallo? E poi, perché non dovrei andare a cena con gli scrittori? Sono stati carini a invitarmi. Anzi, sono già qua: mentre ti parlo sto ammirando la bellezza della natura incontaminata. Pensa che non ci sono case nel raggio di almeno dieci chilometri.
- Biz, io... io non mi sento sicura di questa cosa...
- Che sciocca, Vanessa. Vedi il nero dovunque.
- Ha parlato uno che si veste sempre di nero!
Cornelio ride. - Tranquilla, qui c'è un unico "mistero misterioso".
- E quale sarebbe?
- Perché mai con tutta l'attrezzatura per il barbeque che c'è qui, i miei scrittori abbiano deciso di offrirmi le lasagne alla bolognese dei 4 salti in padella.
*- Allora che ne dici? - Lucius Etruscus parla al cellulare curioso di sapere l'opinione dell'altro scrittore con il quale ha sviluppato il capitolo finale del romanzo totale sotto il nome collettivo Uruk.
- Per me funziona - gli risponde Mauro Smocovich, - con il richiamo circolare dei "4 salti in padella" che appaiono anche all'inizio e che dovrebbero far capire che anche Cornelio sta per essere ucciso con un piatto di pasta, mi sembra che tutto torni. Ho aggiustato ancora alcune piccole cose e ora mi sembra che funzioni meglio.
- Bene, allora. Certo che già io uso uno pseudonimo, presentarci anche con un nome collettivo mi sembra proprio di portare all'estremo il gioco meta letterario...
- Eh. Già: parafrasando i Blues Brothers, "Quando il metaletterario si fa duro..."
- Ah ah, giusto. "I metaletterari cominciano a giocare"! Anche questa cosa del citazionismo viene usata parecchio negli ultimi anni...
- Il "tuo" Marlowe, il Christopher Marlowe che hai creato come detective bibliofilo, potrebbe sguazzarci contento in questo romanzo totale, che ne dici? Potresti scriverci un racconto, il tuo Marlowe che indaga sulla morte di Cornelio Bizzarro, tanto per continuare a giocare con i richiami meta letterari... Vediamoci a cena una sera che ne parliamo.
- Sì, però - lo interrompe Lucius - mi raccomando, niente 4 salti!
- Non ti preoccupare - Mauro sorride dall'altra parte della comunicazione, - Io i pasti non li "salto" mai!
E si mettono a ridere.
* * *
Il lettore chiude il volume e rimane per qualche secondo sovrappensiero ad osservarne il titolo: "Chi ha ucciso Lucarelli?"
- Mah! Insomma... una lettura tutto sommato divertente, niente di più. Sono esperimenti simpatici e questo mi sembra ben riuscito - Pensa. Poi si alza dal divano e si dirige verso la cucina. È ora di cena.
- La cosa che non capisco - continua il lettore con i suoi pensieri, - è perché ce l'abbiano tanto con questi "4 salti in padella"... io li mangio da sempre e mi piacciono molto - Apre il freezer, prende una busta di "Lasagne alla bolognese" e si dirige verso i fornelli.
* * *
E tu, caro lettore che leggi in questo momento, quando chiuderai il libro sii gentile e fallo con garbo, ricordandoti che dentro questo volume ci siamo noi. Ma soprattutto, potresti esserci anche tu.
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