Da rimanerci stecchiti… 

Omicidio nella quarta dimensione di Harry Stephen Keeler, shake edizioni 2011.

Fissazione. Se c’è qualcosa in giro di Mauro Boncompagni, sia come scrittore che curatore, mi ci butto a babbo morto. Questa volta una capocciata tremenda! In senso positivo e “negativo”. Positivo perché è un libro geniale (leggi assurdo), “negativo” perché occorre un’attenzione spasmodica tra lettere, disegni, fotografie, rapporti, racconti, estratti da riviste…e quella stramaledetta teoria tetradimensionale che mi ha tenuto con gli occhi sbarrati anche dopo la lettura (praticamente un lemure).

Ma veniamo al punto. Praticamente la seconda parte di “Il caso Marceau” dello stesso autore, “il grandioso genio folle della letteratura americana”. Un gentiluomo di campagna, André Marceau, viene trovato morto strangolato il 10 maggio 1935 “nel bel mezzo di un campo di criquet che stava spianando alla luce di un riflettore”. Niente tracce intorno se non quelle del defunto e molto più lontano quelle di un bimbetto. Più precisamente nel retro della sua villa alla periferia di Little Ivington nella contea di Ken. Il classico mistero della camera chiusa, diciamo con la variante all’aperto. Delitto poi risolto dal detective americano Aleck Snike. Ora, a distanza di poco più di un anno, entra in ballo anche l’ispettore Xenius Jones che aveva già annunciato in precedenza la soluzione dell’enigma, ripercorrendo tutte le tappe delle indagini e buttando all’aria tutte le ipotesi e le conclusioni.

Alcuni elementi in qua e là: Marceau era per l’eliminazione del nanismo e di tutti i cretini (e ce l’aveva pure con i cinesi); un testimone lo ha sentito gridare “Oh, mio Dio, è il Bamboccio infernale!”; sulla villa è passato un autogiro (velivolo) rubato per due volte (mi pare); trovati due racconti in cui l’autore spiega il modo in cui sarebbe avvenuta la sua morte e, addirittura, in quale rigo è cifrato il nome dell’assassino.

Un libro “incasinato” e nello stesso tempo coerente, bizzarro e lucido, ironico e graffiante. Un libro per Lettori con una capoccia così (ho allargato le braccia). Buona lettura e…in bocca al lupo!