«Come si sente – chiese con la sua vocina dolce la Zolden – eravamo tanto in ansia per lei».
“Come se mi fossero passati sopra un camino con rimorchio” avrebbe voluto dire, invece rispose: «Sono stato peggio».
La bambolina sembrava preoccupata, forse le sarebbe piaciuto fare qualcosa per lui, qualcosa che lo aiutasse a star meglio.
«Scusi, signorina, le dispiacerebbe aiutarmi, vorrei tanto tirarmi un po’ su, ma da solo non credo di farcela…».
«Certamente», fece lei, e si chinò su di lui per sollevarlo. Lui ne approfittò per darle una robusta sbirciata nella scollatura del suo vestito a fiori. Poi lei chiese: «Va meglio?».
«Decisamente. Solo, ehm… le dispiacerebbe sprimacciarmi il cuscino?».
Lei si chinò di nuovo, e lui ne approfittò per dare un’altra occhiata generosa.
O sì… o sì…
Lo sapevo che questa parte ti sarebbe piaciuta.
«Mi scusi ancora una volta – disse con voce querula. – le dispiacerebbe tirarmi un ancora un po’ più su?”.
Dopo un momento di esitazione la ragazza si chinò nuovamente su di lui, ma stavolta sembrava contrariata. Quando il viso della ragazza fu vicino al suo, Casari ebbe l’impeto di baciarla. Le loro labbra erano quasi a contatto, mancavano pochi centimetri, quando lei si ritrasse sdegnata.
«Ma come si permette?».
«Ma veramente pensavo che lei provasse qualcosa per me?».
«Ma scherza? Per me lei non rappresenta niente. Il mio unico e sommo amore è, e lo resterà sempre, Alessandro Testoni. Se lo metta bene in testa!».
“Ma non lo cercava solo per denaro?”.
«È che non volevo apparire una sciocca sentimentale. Alessandro potrebbe tranquillamente sperperare tutto il mio patrimonio, e io l’amerei ugualmente. Vorrei solo passare tutta la vita stretta tra le sue braccia....».
Ma come Testoni… É con me che deve tornare. Tu mi avevi garantito…
Io non ti ho garantito niente, e poi, come dovresti a questo punto aver capito, io non posso forzare le preferenze dei personaggi. Teresa mi ha detto che con te non ci potrà più essere nulla. Al massimo con Alessandro…
Ma come, tu ti sei sentito con Teresa su questa cosa, e non mi hai detto niente… Non ti è passato per la testa di informarmi…
Lo sto facendo adesso.
Bel modo di sapere le cose...
Be’, ormai è fatta. Andiamo avanti… Che c’è?
Mi è venuto in mente una cosa. Probabilmente è vero che nella realtà con Teresa io non ho più alcuna possibilità, ma per quale motivo nel racconto le cose dovrebbero andare così? Voglio che io e lei si torni insieme.
Ti ho spiegato che non è possibile.
In questo caso mio caro, farai un’eccezione, altrimenti non si va più avanti. Perché come hai fatto presente più volte, i personaggi di questa storia devono seguire l’indole delle persone reali, e poiché io in questo momento io non ho nessuna intenzione di proseguire, sarà lo stesso per il mio omonimo: l’investigatore Roberto Casali.
Ah, è così! Siamo al ricatto bello e buono.
Chiamalo come vuoi. Ora regolati.
Adesso ti faccio vedere.
«Signorina, se adesso non viene qua e mi dà subito un bel bacio, mollo lei, il caso e quel babbeo del Testoni», disse l’investigatore.
«Ma Rob… signor Casali, questo non è per niente professionale», disse la Zolden.
«Pensi un po’ quello che le pare. Allora?», chiese umettandosi le labbra atteggiate a bocciolo di rosa.
La bambolina era titubante, ma poi si disse che il suo Alessandro valeva pur un piccolo sacrificio. Era lì lì per baciarlo, quando…
«Ferma signorina, non è necessario», disse la figura che aveva spalancato la porta della stanza.
«Ma devo farlo, altrimenti lui si rifiuterà di risolvere il caso…», commentò lei con candore.
«Non si preoccupi per questo – rispose lo sconosciuto – glielo risolvo io».
«Ah si?» commentarono in coro tutti i presenti.
Casali prese l’iniziativa.
«Innanzitutto lei di cosa si impiccia, si faccia gli affari suoi. E poi si può sapere chi è?».
«Chi sono? – ripeté con enfasi il nuovo entrato – Chi sono? Sono il detective Matteo Senesi».
Porca miseria, ma così non vale. Che cosa c’entri tu in questa storia? Tu sei l’autore.
Visto che eri in sciopero dovevo trovare un sostituto, e ho pensato al migliore sulla piazza. Adesso fa attenzione a come ti risolvo il tutto.
«Il detective Senesi – chiese la Zolden – e saprebbe andare avanti?».
«Certo che sì. Innanzitutto so chi sono i rapitori: Christian Ferrando nel ruolo del Bisonte, e Valerio Occhini in quello del suo degno compare, e dove tengono segregato quel poveraccio del suo fidanzato».
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