Una cittadina francese, Tulle, agli inizi del secolo scorso. Una provincia un po’ appartata, un posto come tanti, con la quiete dei vicoli e l’animazione delle piazze, il mercato e la Cattedrale, e la Corrèze, il fiume placido costeggiato di alberi ombrosi. Tulle, abitata da distinti borghesi, e da antiche famiglie di artigiani e commercianti. Tulle, una provincia tipica, in cui le velleità urbane convivono con le radici contadine. Un luogo tranquillo, insomma. Che cosa potrà mai accadere di straordinario nella placida, anonima Tulle?
È il 1917 quando la prima di una lunga serie di lettere anonime, firmate “l’Occhio di Tigre”, comincia a incrinarne la calma apparente, prima in maniera sotterranea, poi sempre più eclatante, sollevando il coperchio su un groviglio di vizi veri o presunti, disseminando odio e oscenità, causando la morte di due persone, fino a un epilogo che tenne la Francia col fiato sospeso, scuotendo l’opinione pubblica, e chiamando in causa le voci dei più autorevoli medici e scienziati dell’epoca.
Chi era dunque l’oscuro firmatario delle migliaia di lettere vergate a mano, che per cinque lunghi anni tenne in scacco una comunità intera?
Una vicenda realmente accaduta, un celebre caso giudiziario che ispirò a Jean Cocteau la pièce teatrale La macchina per scrivere (1941), e a Henri-Georges Clouzot il film Il Corvo (1944), ricostruita dall’autrice su documenti dell’epoca con l’accuratezza del migliori storici e l’abilità di una scrittrice di noir.
In Le calligrafie del Corvo Francette Vigneron ha ricostruito l’intera vicenda consultando gli archivi e gli atti del processo, riproducendo le lettere anonime, pubblicando le testimonianze e creando un piccolo capolavoro d’inchiesta storico-giornalistica.
In libreria a fine giugno troverete Le calligrafie del Corvo di Francette Vigneron (Nutrrimenti Edizioni) pag 416 - euro 18,00 - traduzione di Laura Berna - Con un contributo di Goffredo Fofi -
Francette Vigneron è nata a Parigi nel 1954. Dopo una carriera come giornalista si è consacrata alla scrittura saggistica, occupandosi di misteri e storia del crimine. Ha pubblicato La Bête du Gévaudan (2006) e, insieme a Franck Meynial, L’Affaire des chiens d’Egletons (2009).
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