Esistono tanti modi per raccontare una storia, attraverso un racconto epistolare, una narrazione letteraria, riportando dati e luoghi in cui la vicenda si è dipanata per mezzo di un saggio, o ancora attraverso un romanzo che fa incursioni nella storia reale. È il caso di questa vicenda che stiamo per raccontarvi, Vito Bruschini, giornalista che dirige l’agenzia Global Press, nonché autore di Vallanzasca -Il romanzo non autorizzato del nemico pubblico numero uno- (Newton Compton), narra la vicenda, attraverso dati e fatti realmente accaduti, dell’uomo più pericoloso e temuto del periodo degli anni di piombo, anni che visse sulla propria pelle e che sembrò plasmare a suo piacere. Bruschini miscela una sapienza letteraria oggettiva e riflessiva con un tocco originale di noir. Ma perché il male per taluni individui sembra sposarsi con la quotidianità? Platone arrivò ad affermare che la causa dei mali del mondo si basasse su un'innata tendenza che vi è “nella parte corporea dell’individuo”. Tale natura, sempre secondo Platone, è “la materia non ancora ordinata”, ovvero il caos primordiale che precede l'ordine posto dalla divinità. Concetto astratto che tenta in qualche modo di giustificare l’esistenza del male in quegli uomini apparentemente normali ma privi di quei freni che inibiscono la possibilità di comprendere la differenza tra bene e male. Oppure un personaggio come Vallanzasca era consapevole del male che partoriva attraverso i propri gesti e ne traeva soddisfazione? Conosciuto dalla cronaca del tempo come il “bel Renè”, uccise, sequestrò, rubò e tentò più volte la fuga… attraverso questo volume cercheremo di dare la nostra risposta.
Nella loro rubrica Ordinaria follia in rubriche/11097 Arianna e Selena Mannella intervistano Vito Bruschini, l'autore di Vallanzasca -Il romanzo non autorizzato del nemico pubblico numero uno (Newton Compton)
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