Qualcosa rimarrà (forse…) di questo Con gli occhi dell’assassino dello spagnolo Guillem Morales, un thriller classico a raccontarlo (due gemelle affette da cecità. Quando una si toglie la vita dopo un’operazione agli occhi fallita, la seconda, che non crede alla tesi del suicidio, inizia ad indagare…), mentre guardandolo sembra sempre ad un passo dal voler percorrere la strada dell’horror soprannaturale senza però riuscire a trovare la quadra.
Quel qualcosa che rimarrà è l’inseguimento nella stanza buia illuminato a sprazzi dal flash della macchina fotografica (tra l’altro come non pensare a La finestra sul cortile?), ma su tutto il resto non scommettiamo.
Quasi tutto è troppo arzigogolato per essere efficace: un sonoro spaccatimpani che nelle intenzioni avrebbe dovuto sottolineare i momenti clou appare più un abuso che un uso, il vezzo stilistico di inquadrare uno dei personaggi per lungo tempo solo di spalle è un espediente fine a se stesso mentre altri temi, quello del voyeurismo ad esempio, vengono lasciati morire per inedia per non parlare delle motivazioni che spingono il villain di turno (indovinate di chi si tratta…?) a sviluppare una predilezione per le figure femminili non vedenti, motivazioni rintracciabili (forse…) in qualche manuale di psicopatologia di cinquanta anni fa.
Evitabile (pure se un noto gestore telefonico ci manda gratis gli abbonati…).
Rivedere con urgenza La scala a chiocciola e Peeping Tom.
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