Roma, metà degli anni 70, facoltà di medicina. Lorenzo e Antonio, studenti di medicina ad un passo dalla laurea, trovano in un laboratorio il corpo il titolare della cattedra di ematologia, assassinato. Dopo pochi giorni, in piena occupazione, un altro barone, questa volta di cardiologia, viene ucciso. Poi è la volta del professor emerito di endocrinologia. Tutti i delitti hanno in comune il fatto di essere commessi in locali interni all’ospedale, dove possono accedere soltanto gli addetti ai lavori. Inoltre, particolare inquietante, tutti e tre i clinici sono uccisi con modalità che costituiscono una sorta di pena del contrappasso alla loro specializzazione. L’autore dei crimini deve essere per forza un profondo conoscitore dell’arte medica. Sulla base di questo convincimento il commissario Diotallevi, dai modi sbrigativi del celerino di antica scuola, avvia le indagini. Sullo sfondo le occupazioni, le assemblee e i cortei degli studenti. Lorenzo, sorpreso fra gli occupanti, viene temporaneamente assoldato da Diotallevi… Il romanzo è appassionante e incolla il lettore alla pagina, i personaggi sono tutti ben delineati, al punto da costituire un affresco del periodo “tardo” della contestazione. Non si avverte niente di improbabile o di oleografico nelle vicende narrate, il linguaggio è adeguato al periodo storico. Davvero un’opera prima che promette bene per il futuro.
Claudio Coletta (Roma, 1952) lavora come medico presso un ospedale di Roma. È stato membro della giuria internazionale del Roma Film Festival 2007. Dopo numerosissime pubblicazioni in campo scientifico, Viale del Policlinico è la sua prima opera di narrativa.
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