Thomas Enger, scrittore norvegese al suo esordio in Italia con Morte apparente pubblicato da Iperborea, sarà ospite della Fiera del Libro di Torino dal 12 al 14 maggio 2011.
Enger è nato a Oslo nel 1973 e ha sempre vissuto a Jessheim, in Norvegia. Musicista, compositore, scrittore e giornalista, collabora con le principali testate nazionali.
Morte apparente è stato accolto dalla stampa norvegese come il miglior romanzo d’esordio degli ultimi anni.
Segnaliamo anche il concorso VINCI IL NORD! Iperborea, in collaborazione con l’Ufficio Norvegese del Turismo, premia la migliore recensione del libro Morte apparente di Thomas Enger con un viaggio ad Oslo. Partecipare è facile. Leggete qui: iperborea.com
Giorgio Bona lo ha intervistato per Thriller Magazine...
Prima di tutto parliamo di te. Come ti presenteresti al pubblico italiano?
Sono un tradizionale scrittore di gialli scandinavi che ama prendere il lettore e portarlo a fare un giro spaventoso ed emozionante. Amo creare grandi universi con tanti personaggi e trame parallele dove tutto succede per una ragione. I dettagli che sembrano non essere importanti posso finire per diventare la cosa più importante di tutto. La serie di libri dedicata a Henning Juul è finora la sfida più grande che abbia mai intrapreso e ne amo ogni singolo minuto.
Parliamo del tuo libro Morte apparente pubblicato in italiano da Iperborea. Il personaggio principale, il protagonista Henning Juul è un giornalista arguto che ha tutte le doti per fare colpo nel lettore. In che modo descriveresti lui e il suo percorso psicologico nel corso del romanzo? Hai dei modelli letterari? Oppure ci sono dei rimandi alla realtà?
Henning Juul è in crisi ma ha questo pensiero fisso che lo mantiene in vita: scoprire la verità su quanto è successo il giorno in cui suo figlio è morto. All’inizio del romanzo muove i suoi primi passi per tornare nella società, cosa che non avrebbe mai fatto se non fosse venuto a sapere che qualcuno lo voleva morto. Al principio è alquanto insicuro di sé e non sa se ha ancora il fegato da giornalista che aveva una volta. Lentamente si rende conto di avere ancora la capacità di portare a galla la verità ed è in quel momento che capisce di esser pronto a intraprendere l’indagine più importante della sua vita.
Henning Juul mi assomiglia soprattutto da quando sono diventato padre. Sono benedetto o maledetto ( a seconda dei punti di vista…) nell’avere un’immaginazione vivida e la cosa più brutta che mi succede essendo un padre è immaginare che delle cose terribili potrebbero accadere ai miei figli. Ecco come nasce il personaggio di Henning Juul. Qual è la cosa più brutta che può accadere a un padre? Se qualcuno prova a ucciderti te e finisce invece per essere responsabile della morte di tuo figlio? Non bisongerebbe quindi dare al personaggio tutto quello di cui ha bisogno per scoprire la verità? E quando questi elementi sono tutti pronti, allora so di avere qualcosa.
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L'intervista integrale la trovate in /rubriche/11044/
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