Ai nastri di partenza la quinta edizione del festival di Cinemazero Le voci dell'inchiesta, che inaugura oggi, mercoledì 13 aprile, a Pordenone dove proseguirà fino a domenica 17. Al centro della rassegna l'attualità del mondo e dell'Italia, con molto spazio riservato alle inchieste televisive targate RaiTre - nuovo partner del festival - e la presentazione in anteprima di nuove trasmissioni e documentari di imminente programmazione (una puntata di Sei miliardi di persone di Sveva Sagramola, in prima serata dall’estate; lo 'speciale Haiti' con il documentario Collera di Silvestro Montanaro, in programmazione il prossimo agosto su Rai3 e in anteprima al festival, mercoledì 13, alle 22.30; una puntata del nuovo programma sull’emigrazione Radici di Davide Demichelis (in programma dal 10 giugno per 4 venerdì).
Attesa la presenza di Angelo Guglielmi e Paolo Ruffini, ospiti proprio mercoledì della serata inaugurale, ma anche di Piero Badaloni che, a trent’anni dalla tragedia di Vermicino, interverrà sabato al festival sul tema dei "crudelity show" che affollano i palinsesti televisivi.
Ancora, tra i temi il Petrolio, oro nero dal quale dipendono molte economie del mondo, ma anche causa di disastri ambientali e occasione per parlare di Pasolini e della sua morte, densa di misteri ancora irrisolti; la legalità, i rifiuti, l'ambiente, gli Ogm, il nucleare, l'immigrazione e l'emigrazione, perfino un viaggio nell'universo femminile lungo l'Italia di Berlusconi. Il genere delI'Inchiesta viene esplorata in tutte le sue declinazioni, con 33 documentari e film in arrivo da 17 Paesi del mondo, con una decina di anteprime italiane, le testimonianze di 52 ospiti, italiani e stranieri, e le numerose anteprime televisive.
L'inchiesta televisiva è un tema trasversale a tutto il festival, con un omaggio alla rete Rai che da vent'anni ha impresso una svolta radicale nella storia della televisione italiana. Come detto, a inaugurare la rassegna mercoledí 13, alle 21.00 saranno proprio il capostipite della cosiddetta "tv verità", Angelo Guglielmi affiancato dall’attuale direttore Paolo Ruffini, con il giornalista e autore televisivo Nino Criscenti e con Bruno Voglino, considerato tra i più importanti scopritori di talenti della rai. Insieme alle ‘ghiotte’ anteprime, in palinsesto anche incontri dedicati ad autori storici della terza rete, come Sigfrido Ranucci che racconterà i suoi molti anni a Report e presenterà la sua inchiesta Mare nero, un lavoro che parte dal disastro nel Golfo del Messico, per interrogarsi sulla situazione italiana. Presente anche un altro autore storico della terza rete: Fiore De Rienzo, da sempre in prima linea nella redazione della trasmissione più longeva della storia di RaiTre, “Chi l’ha visto?”, nell’incontro Un'inchiesta lunga 22 anni. Un'altra occasione per confrontare pratiche e rituali delle televisioni di ieri e di oggi verrà offerta al pubblico da un'altra anteprima RaiTre: il documentario Nient'altro che questo di Massimetti e Serbandini, sull'incidente alla miniera di San José, Cile - 33 minatori imprigionati per due mesi a 700 metri di profondità - e sul circo mediatico che si venne a creare intorno alla vicenda: prossima programmazione su Doc3.
Una vicenda che per molti aspetti fa tornare alla memoria, a trent’anni di distanza, la tragedia di Vermicino (giugno 1981). Il caso di Alfredino Rampi, un bambino di sei anni caduto in un pozzo artesiano di 80 metri, dal quale purtroppo non uscirà vivo, tenne attaccati alla tv per giorni milioni di italiani, innescando la più lunga diretta (18 ore a reti unificate) della storia della Rai: una sorta di interminabile crudelity show, il cui impatto sulla società e sul sistema mediatico nazionale sarà oggetto di riflessione da parte di uno dei numerosi ospiti d'eccezione del festival: il giornalista televisivo Piero Badaloni, nell’incontro di sabato 16 aprile “Crudelity Show: la tv del dolore da Vermicino ad Avetrana”, dove si ripercorreranno alcuni degli eventi di cronaca nera italiana più noti degli ultimi trent’anni, fino al recentissimo caso dell’omicidio di Sarah Scazzi, con un’attenta analisi del cambiamento di linguaggio di una nuova ‘televisione del dolore’ che riempie ormai i palinsesti televisivi.
Ulteriore tema dominante di questa edizione, che ancora si intreccia all’inchiesta televisiva, è quello del della Petrolio, una lunga scia nera che, tra ripercussioni geo-politiche ed ambientali, segna tutta la nostra storia recente. Nella sezione Oro Nero ampio spazio alla figura di Pier Paolo Pasolini: “Petrolio” è il titolo del lucidissimo romanzo incompiuto dello scrittore’ corsaro’ con un’indagine forse non estranea alla sua morte. Roberto Olla presenta il suo documentario-inchiesta targato Raicinema Nero petrolio che indaga proprio i legami tra la morte di Pasolini e le sue indagini sull’ “oro nero”. Della morte di Pasolini parla anche il documentario di Roberta Torre La notte in cui morì Pasolini, con una lunga intervista a Pino Pelosi.
Ancora un omaggio a Pasolini con il recente film del belga Gilles Coton, Qui finisce l'Italia. Un viaggio nel nostro confuso paese, sulle tracce di Pasolini, che ripercorre il viaggio dello scrittore dell'estate1959 quando percorse l’intera costa della penisola, da Ventimiglia a Trieste. Il risultato è un road movie che unisce le impressioni pasoliniane di 5 decenni or sono con le opinioni di altri intellettuali come Claudio Magris, Massimo Cacciari e Mario Monicelli. Ancora uno sguardo dall’estero sul nostro Paese nella produzione svizzera indipendente Sorelle d’Italia, racconto di un viaggio nell’universo femminile lungo l’Italia di Berlusconi, realizzato da Lorenzo Buccella e Vito Robbiani.
Grande spazio anche a temi di stretta attualità come quello della sicurezza del lavoro nel film coreano in anteprima nazionale Iron Crows, di Bang Nam Park, documentario sconvolgente e spettacolare sull’unico cantiere al mondo dove si smantellano le gigantesche navi che nessuno vuole demolire, con i lavoratori che rischiano la vita per due dollari al giorno. Il tema dell’ambiente e dei rifiuti sarà soprattutto al centro della giornata di giovedì 14 aprile che vedrà ospite il noto scrittore ed economista Guido Viale nell’incontro La riconversione ecologica, preceduto e seguito dalle proiezioni dei pluripremiati Garbage Dreams di Mai Iskander e Plastic Bag di Ramin Bahrani, “viaggio epico” di un sacchetto di plastica commentato dalla voce fuori campo di Werner Herzog. Eccezionale presenza al festival anche per la prima assoluta in Italia del documentario vincitore del Premio per il miglior montaggio al Sundance Film Festival If a tree falls. a story oh the earth liberation front di Marshall Curry, la storia di un uomo – Daniel McGowan – attivista della controversa organizzazione Fronte di liberazione della Terra.
Da segnalare due ulteriori produzioni internazionali su temi di stretta attualità: la guerra in Afghanistan e il nucleare. Giovedì 14 aprile, in programma l’opera prima di Janus Metz Armadillo vincitrice della “Semaine de La Critique” all’ultimo Festival di Cannes: il titolo prende il nome da una base del contingente danese in Afghanistan, dove il regista ha abitato e filmato per 6 mesi. I characters sono quelli di un film di guerra hollywoodiano, col palestrato tatuato ed esaltato e il novellino poco più che adolescente. Ma il punto è proprio questo: tutto quello a cui assistiamo è terribilmente reale… Gran finale, invece, per la quinta edizione del festival con un’altra produzione danese, questa volta incentrata sul nucleare, tema che la catastrofe giapponese ha prepotentemente riportato all’attenzione mondiale. Alle 22.15 di domenica 17 sarà proiettato Into Eternity di Michael Madsen, già ospite del Tribeca Film Festival. Il film racconta il progetto di un gigantesco sistema di tunnel e gallerie sotterranee, destinato a durare 100.000 anni, posizionato in un isolotto al largo delle coste finlandesi. Si tratta del primo deposito permanente di scorie nucleari, una titanica operazione ingegneristica che potrà “archiviare” solo una esigua percentuale delle scorie radioattive prodotte dall’uomo.
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