Vendetta, tremenda vendetta…
Una delle ragioni che mi spingono ad acquistare un libro è, talvolta, la “lotta” disperata con un autore di successo. Soprattutto se si tratta di un classico, cioè di uno scrittore che ha avuto una parte più o meno rilevante nella storia del romanzo poliziesco. Per qualche motivo non mi piace ed io continuo a leggerlo, cocciuto, per vedere se riesco in qualche modo a farmelo piacere. E’ un po’ quello che mi succede con Edgar Wallace. Non mi vuole andar giù ma io non demordo.
Vediamo dunque Il Mago di Edgar Wallace, Mondadori 2011.
“Chi è il Mago, l’enigmatico assassino dato per morto ma che ora è tornato a terrorizzare Londra? La polizia non riesce a prenderlo, non riesce nemmeno a ricostruirne un identikit. Un assassino in grado di mutare aspetto a ogni crimine. Un mago, appunto. Eppure, di lui, almeno una cosa si sa: il suo movente è sempre la vendetta. E adesso il Mago vuole eliminare Maurice Meister, losco avvocato che era stato suo complice in passato e, forse, è implicato nella morte di sua sorella. A dargli la caccia l’ispettore Alan Wembury, giovane e ambizioso, e l’ispettore Bliss, subdolo e ostinato, che con il Mago ha fin troppi conti in sospeso”.
Tra i due si inserisce anche il dottor Lomond, investigatore dilettante, che dovrebbe in pratica aiutare Alan innamorato di Mary Lenley che lavora come segretaria per Maurice, a sua volta innamorato di lei. Altro personaggio importante John Lenley, fratello di Mary, coinvolto con lo stesso Maurice in un furto, da lui tradito e finito in carcere. Aggiungo la moglie del Mago Cora e Sam Hackitt, ladro scarcerato alle dipendenze dell’avvocato.
Capitoli brevissimi, ritmo incalzante, dialoghi su dialoghi, personaggi appena sbozzati, un va e vieni continuo, un bussare e un aprire convulsamente le porte, qualche spruzzo di gotico in qua e là, insomma più un canovaccio che qualcosa di compiuto. Wallace è stato un precursore dei futuri sviluppi del romanzo poliziesco, lo capisco e lo apprezzo, ma anche questa volta, pur avendo fatto di tutto per farmelo piacere, non c’è stato niente da fare. Si vede che mi resta proprio indigesto.
Per “I segreti del giallo” il bell’articolo di Enrico Luceri “Testimone d’accusa”, praticamente un excursus su uno dei racconti più belli della letteratura poliziesca che ha avuto l’onore di una formidabile trasposizione cinematografica.
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