Il nuovo thriller di Greg Iles mantiene le aspettative e regala al lettore una storia ad orologeria che non lascia tempo di respirare.
“Una faccenda privata” è un romanzo del 2007 che viene proposto nel 2010 da Piemme e, al contrario di come avviene troppo spesso, la scelta di modificare il titolo italiano è felice e ispirata: traducendo l’originale “Third Degree” si sarebbero creati equivoci e ambiguità. Invece la vicenda del libro è “privata” e strettamente privata rimane fino alla fine.
Non ci sono infatti serial killer o maniaci, nella storia, bensì una normalissima famiglia di ceto medio-alto: marito, moglie e due figli piccoli che vivono in un’amena cittadina americana, composta di altrettante normalissime famiglie. Quando Laurel si accorge che il marito è stravolto, il lettore non pensa di certo di aver assistito all’inizio di una vicenda mozzafiato che lo porterà a masticare pagine su pagine seguendo gli avvenimenti delle successive 24 ore della protagonista, quando tutta la sua vita esploderà e la facciata da cartolina che la sua famiglia mostrava agli altri in realtà nascondeva problemi profondi e irrisolti.
Un “thriller da camera”, in quanto si svolge quasi esclusivamente in un unico ambiente, ma che non lascia un attimo di respiro al lettore con continue sorprese e colpi di scena, con trovate mai banali e anzi ispirate: quanti elementi da thriller si possono inserire in una vicenda familiare? Parecchi, a quanto pare.
Greg Iles, americano seppur nato a Stoccarda, torna a dimostrarsi capace di creare una storia ad alto livello di complessità, dove gli avvenimenti sono ingranaggi perfettamente incastonati gli uni con gli altri fino a creare un meccanismo ad orologeria: pronto ad esplodere in qualsiasi momento.
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