Ecco a voi un romanzo, il cui protagonista conosce una morte prematura. Non dispiacetevene troppo, lettori sensibili e risparmiate le lacrime. Infatti il protagonista è un matematico e tutti conoscono la sorprendente facilità con cui, in matematica, si passa di continuo dall'essere al non essere. Una data quantità è quasi nulla? Considerate il suo inverso e vi ritrovate dalle parti dell'infinito: il minuscolo è diventato improvvisamente gigantesco. Un'altra quantità langue nelle profondità vicine a meno infinito? Ecco che la quantità opposta si pavoneggia trionfante nei pressi di più infinito. E' bastato cambiare un segnetto e il fondo dell'abisso è diventato sommità. Poiché lo stesso autore è un matematico, i suoi personaggi godono ipso facto dell’invulnerabilità ai colpi del destino… e la morte del protagonista in un capitolo non incide, né deve farlo in alcun modo, sul suo comportamento nel capitolo seguente. Lo si ritrova visto come una funzione che, superato qualche valore non ammesso, risuscita in un batter d’occhio: affonda verso meno infinito un istante fa, ora si avvicina a più infinito, poi punta a nuovi asintoti…

Armand Duplessis è nato sotto il segno del numero 2: il 16 aprile 1964. Ossia: 24-22-26. Fin da bambino, ha imparato a dire due in tutte le lingue possibili. Il numero 2 e la schiera delle sue potenze (4, 8, 16, 32…) sono come fratelli e rallegrano i suoi sogni. Nessuno, meglio di lui, è in grado di carpirne i segreti. Un amore viscerale. A scuola, durante le lezioni noiosissime di storia, Armand è affascinato dalle date dispari e si domanda: Perché non riscrivere alcuni eventi? Per esempio, la Rivoluzione francese nel 1788 ( = 1019+769) e quella russa nel 1916 (= 997+919). A sedici anni ( = 24, età che non può dipendere dal caso!) la svolta: in televisione, durante un programma di divulgazione matematica, viene proposta la sfida lanciata da Goldbach: ogni numero pari, maggiore di 2, si può esprimere come somma di due numeri dispari. Una congettura non risolta, dal 1742. Per Armand è l’inizio di una passione maniacale: essere il primo a dimostrare la congettura di Golbach. Un’impresa titanica. Un’esistenza in simbiosi con i numeri, perché questi non mentono. Fra biliardi duali, teoremi cinesi del resto, treni che sono proposizioni, numeri che tradiscono l’amante, dimostrazioni per assurdo in sciopero, frattali che diventano “lisci”, petali di margherite che si spiegano con la successione di Fibonacci, Armand si mette sulle orme della congettura di Goldbach negli anni pari, mentre negli anni dispari va a caccia di un controesempio. E muore per ben tre volte, incalzato da incubi e torme di teoremi. Incompreso e isolato, all’interno della comunità scientifica. Surreale e grottesco, Le ostinazioni di un matematico è il ritratto di un sognatore, un Don Chisciotte dell’aritmetica. Un romanzo scritto con intelligenza e arguzia. Con tocco lieve, Didier Nordon, matematico e divulgatore, ci regala una figura indimenticabile di antieroe; e, dietro il sorriso, cela l’amarezza dello scienziato succube delle proprie fissazioni e, per questo, estraneo ed estraniato dal mondo di tutti i giorni.