Scrivere un thriller a sfondo religioso è divenuto, paradossalmente, molto rischioso negli ultimi anni: proprio perché il genere ha preso sempre più piede tra i lettori, è più alto il pericolo di un passo falso o di venir paragonati ad altri autori di thriller religiosi. È quindi necessario costruire una trama solida ed avere alle spalle un approfondito lavoro di ricerca: tutte qualità che ci sentiamo di riconoscere nel portoghese Luís Miguel Rocha, autore che dopo il successo internazionale de “La morte del papa” e “Pallottola santa” propone “La santa verità”.
Niente trovate di grande effetto come interventi satanici o apocalissi imminenti: in questo romanzo c’è molto di peggio, c’è l’uomo e ciò che è disposto a fare per il potere. Ci viene da chiedere: quale dio potrà salvarlo?
Il romanzo si apre con l’elezione di Joseph Ratzinger a papa. La stessa notte egli dovrà sottomettersi ad un rito che viene dal passato: perché una delle cariche più potenti al mondo deve inchinarsi a questa cerimonia?
Attraverso un’ampia rosa di personaggi si snoda una storia complessa che mostra come tutto ciò che generalmente si crede di sapere su Gesù Cristo è in realtà frutto di tradizioni popolari ed interpretazioni molto fantasiose. Quando nel 1947 un gruppo di archeologi trovò a Qumran, nel Mar Morto, alcuni resti di antichi vangeli, in realtà consegnò solo una parte di ciò che venne alla luce: dietro un patto di silenzio assoluto, venne tenuto segreto il reperto più importante, e cioè il Vangelo di Gesù.
Oltre questo ritrovamento, già di sé “esplosivo”, venne ritrovato anche un documento incredibile: la prova che Gesù era a Roma - vivo! - nel 44 d.C., e che quindi di per sé nega sia la crocifissione che la resurrezione. Non è difficile capire come mai la Chiesa e il gruppo di archeologi scelsero di non divulgare queste informazioni.
Una serie di efferati omicidi, però, sembra riallacciarsi a questo lontano segreto, così come il rapimento del figlio dell’uomo che, all’epoca, scoprì il vangelo. Rafael, sacerdote dei servizi segreti vaticani, e la sua amica Sarah Monteiro, giornalista inglese che più volte ha “messo il naso” negli affari della Chiesa, vivranno una pericolosissima avventura nel tentativo di scoprire chi c’è dietro una lunga scia di sangue e perché anche il papa in persona pare impotente di fronte a lui.
Come si diceva, non esistono trovate paranormali né si sente “odor di zolfo”: è un thriller nel pieno senso del termine e il fatto che si svolga in ambiente ecclesiastico non vuol dire automaticamente che ci siano interventi divini. Anzi, più di una volta si tende a smitizzare antichi interventi divini...
Diversamente dalla moda imperante, il romanzo è privo di attacchi gratuiti alla Chiesa, bersaglio preferito invece da altri autori. «Gesù non ha mai conosciuto la Chiesa Cattolica né qualsiasi altra erede del Suo nome. Non l’ha mai fondata e, ancora meno, ha chiesto che la edificassimo.» Non c’è cattiveria in queste parole: è solo un dato di fatto. Alcuni potrebbero obiettare sull’ultima affermazione e se ne potrebbe discutere, ma resta il fatto che quella di Rocha è una disamina priva di accalorata ostilità verso la Chiesa, e questo rende più forte la fibra del suo romanzo.
Una narrazione snella che segue tutti i personaggi in una ragnatela che solo alla fine troverà un punto di incontro, inframmezzata da gustose trattazioni storico-religiose e da interpretazioni alternative di fatti accertati.
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