Le bugie del titolo italiano così innocenti non paiono essere, visto l’ambaradan che si scatena attorno ad una pila che promette di mantenersi carica in eterno. Chi racconta bugie, Roy Miller/Tom Cruise agente segreto in rotta di collisione con i suoi ex compagni, o questi ultimi che gli danno la caccia? A chi deve credere la povera June Havens/Cameron Diaz, al primo o ai secondi, visto che nel corso del film si troverà ad avere a che fare con entrambi?
Lo stratagemma narrativo, l’ordinario precipitato nello straordinario (capostipite Intrigo internazionale…) conosce una piccola variante sotto forma di qualcuno che nello straordinario ci viveva già da un pezzo.
Le cose sono messe in modo tale che noialtri si parteggia senza starci troppo a pensare per la coppia composta da ordinario + straordinario, così come è cosa quanto mai naturale, perlomeno nella prima parte, rimanere invischiati piacevolmente nelle peripezie dei due fuggitivi al punto che si perdona volentieri anche la disinvoltura con la quale si fa ricorso ad un espediente cava-impicci, cioè il venire meno della Diaz causa sostanze soporifere somministratele a tradimento dall’iper-cinetico compagno tutte le volte che non si vuole stare troppo a spiegare come fanno i due a tirarsi fuori da una situazione apparentemente senza via d’uscita (stratagemma che incardina il punto di vista del film nella Diaz, spenta lei, stop al racconto…).
Cos’è che manca ad un film che inanella come già detto sequenze d’azione niente male? Proviamo a dare una risposta: la mancanza di un sottotesto valido, di un elemento insomma in grado di sollevare il film dallo status che si merita, quello di puro intrattenimento, circostanza questa che alla fin fine, fine consegna Innocenti bugie, dimenticavamo, di James Mangold...) al dimenticatoio d’ordinanza che ogni spettatore che si rispetti dovrebbe possedere.
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