Notte. Pioggia scrosciante, fango. Una stradina di campagna deserta. E una donna, tremante e intimidita, che si affretta verso casa. Poi un’ombra che esce con un balzo dalle tenebre… Una situazione tutt’altro che nuova o sorprendente nel cinema di genere (per non parlare della letteratura), ma che acquista accenti di dolente credibilità nelle immagini di Memories of murder (Salin eui chueok, Corea del Sud, 2003) di Bong Joon-ho, una delle pellicole più interessanti presenti sugli schermi del settimo FEFF (Far East Film Festival) di Udine svoltosi dal 22 al 29 aprile. La dolente credibilità delle vicende vere, rafforzata dall’esito che i fatti hanno avuto nella realtà. Tra il 1986 e il 1991, in una piccola città non lontana da Seul, un feroce assassino stupra e uccide dieci donne, con metodi sempre simili e al tempo stesso via via più efferati. Niente indizi, niente testimoni, i delitti hanno luogo di sera, in condizioni di pioggia battente… Solo i cadaveri, legati e spesso "firmati" con macabri simboli (come i nove pezzi di pesca lasciati all’interno delle parti intime di una delle vittime). È il primo serial killer definito come tale della storia della Corea; le indagini messe in atto, pur con mezzi tecnici inadeguati, mettono sottosopra tutta la zona.
Anche se aperto a tutti i generi del cinema orientale, il FEFF (una realtà sempre più importante e nota a livello europeo, con una presenza di pubblico sempre più massiccia) è un appuntamento importante per gli appassionati del cinema poliziesco e d’azione, vista l’importanza di tali generi nella produzione di paesi come Corea, Giappone, Cina (e in particolare Hong Kong), senza dimenticare la Thailandia o le emergenti Filippine.
Per finire invece con una fuga dalla realtà (o no?) affidiamoci ai colori sgargianti (con prevalenza di rosso…) del bellissimo Lady Snowblood, film giapponese del 1973, di Fujita Toshiya, storia di una donna che si vendica a fil di spada di una banda di malviventi, a proposito del quale cito solo il commentino che lo accompagnava nel programma degli spettacoli: “Where do you think Tarantino started from?”. Ovvero, in cauda venenum, Kill Bill, meno le parti superflue… Arrivederci a Udine 2006.
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