Somewhere, quindi “da qualche parte” c’era una storia così (anzi ce n’erano tante simili…) e giocoforza a qualcuno toccava di raccontarla.
Quindici anni fa Mike Figgis + Nicolas Cage (per i lettori di TM Nicola Gabbia), Via da Las Vegas. Oggi Sofia Coppola con Somewhere (Leone d’Oro a Venezia 2010 tra le polemiche…) + Stephen Dorff via dalla vita bling bling di Los Angeles alias Chateau Marmont con annessi e connessi (ballerine gemelle di lap-dance con tanto di aste smontabili per servizi in camera).
La vita di Johnny Marco (lo Stephen Dorff di cui sopra) è un buco con niente intorno e l’amore senza condizione di Clio (Elle Fanning), figlia di Marco, lenisce appena le pene.
Era un po’ che mancava la solitudine del successo che certo sarà sempre meglio della solitudine dell’insuccesso ma è più difficile da raccontare, e invece Coppola figlia licenzia un film con pochi dialoghi (e questo è quasi sempre un bene per il cinema) e molte immagini capaci di stamparsi nella mente, tipo la Ferrari nera che ad inizio film gira in tondo sulla pista e la seduta di trucco che lascia Marco prima con la faccia sepolta sotto una montagna di lattice e poi lo restituisce invecchiato di cinquant’anni.
Certo, il bersaglio era grosso (alzi la mano chi non ha mai provato dentro di sé almeno una volta un po’ di Sunset Boulevard…), quindi impossibile mancarlo, però il film ha il 'tocco' giusto e funziona (indipendentemente….).
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