Caso raro di romanzo del filone del "giallo classico" (è del 1949) che tratta di serial killer, questo Il gatto dalle molte code è un libro per molti versi originale rispetto alle consuete vicende cui ci aveva abituato Ellery Queen. Siamo in una New York post bellica, afflitta dal caldo estivo: un misterioso individua si aggira di notte per le strade della metropoli, strangolando le sue vittime con una calza di seta. Bisognerà arrivare al quinto omicidio prima che le autorità chiedano l'intervento di Ellery Queen, in una caccia all'uomo non priva di azione e pericoli.
Cadenzato da un meccanismo a orologeria che centellina gli indizi goccia a goccia, Il gatto dalle molte code spicca nella produzione degli autori responsabili dello pseudonimo "Ellery Queen" come romanzo atipico, e non solo per il fatto che il nostro investigatore si trova ad avere a che fare con un omicida seriale. C'è infatti un corposo lavoro di approfondimento psicologico in quello che oggi verrebbe chiamato il profiling del colpevole. Ancora più interessante è però il vero protagonista del romanzo: la cittadinanza di New York, con i suoi sette milioni di abitanti improvvisamente sprofondati nel panico e capaci di preoccupanti reazioni irrazionali.
Un gran bel romanzo, efficacissimo ancora oggi, in cui lo stesso Ellery Queen non è una semplice "funzione narrativa" ma un personaggio dotato di anima e corpo, che per arrivare alla soluzione del caso metterà in gioco se stesso e il proprio equilibrio interiore.
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