Partiamo dal tuo rapporto col fumetto. Qual è lo shining che trovi in questo genere di arte?
Ho imparato a leggere su Topolino e Tex. Il fumetto è stato il mio approccio alla comunicazione, la base della mia educazione letteraria, narrativa in senso lato e visiva. Direi che ce n’è abbastanza per poter usare l’aggettivo “formativo”.
Com’è nata la tua attività di sceneggiatore di fumetti?
Premessa necessaria: scrivere fumetti non è la mia attività principale (che è quella di libraio), ma un’attività per me comunque necessaria a livello espressivo e di relazione col mondo, oltre che di indagine su ciò che mi circonda. Detto questo, “fare fumetti” è stato quasi consequenziale rispetto a leggerli, mentre la voglia più consapevole è arrivata con la post-adolescenza. La mia prima pubblicazione, invece, è avvenuta nel 1999 con “Xiola – Primo sangue”, coscritto insieme ad Antonio Solinas e disegnato da Werther Dell’Edera. Lo pubblicò la Liberty di Ade Capone, in un periodo in cui vendere 1500/2000 copie era una mezza delusione. Oggi sarebbe un ottimo successo.
Chi sono i tuoi maestri?
Tanti, troppi. Oserei dire tutti, nel senso che ho imparato e cerco di imparare sia da quelli che comunemente sono ritenuti grandi autori con tutte le lettere maiuscole, sia da quelli che possono essere ritenuti dei grandi cani, con tutte le lettere maiuscole anche qui. Come lettore ho una lista lunga tanto così di autori preferiti (di fumetti, di narrativa, di cinema, di musica), come sceneggiatore direi che – più o meno – le due liste coincidono. In ogni caso, individuando quelli nei cui lavori ultimamente sto inzuppando più spesso il mio immaginario (e limitandomi al campo fumettistico), direi Will Eisner, Frank Miller, Ed Brubaker, Brian Azzarello e Jason Aaron.
Ci parli dell’avventura Rusty Dogs (se volete leggere il fumetto, cliccate qui: rusty-dogs.blogspot.com/)?
Rusty Dogs è una serie a fumetti, costituita da storie brevi (molto brevi, massimo 4 pagine) leggibili autonomamente e pubblicate su un blog. E’ un fumetto che si mantiene al confine tra noir e crime. Tutte le storie sono scritte da me, mentre lo staff dei disegnatori conta attualmente 41 fra i più bravi disegnatori italiani: Fabiano Ambu (“Il massacro del Circeo”, “Dampyr”), Antonello Becciu, Michele Benevento (“Caravan”), Giacomo Bevilacqua (“John Doe”, “A Panda piace”), Lelio Bonaccorso (“Peppino Impastato - Un giullare contro la mafia”), Elia Bonetti (“Trigger”, “Capitan America”), Riccardo Burchielli (“John Doe”, “DMZ”), Matteo Bussola (“Unità Speciale”, “Factor V”), Giancarlo Caracuzzo (“Storia di cani”, “Nemrod”), Raul Cestaro (“Tex”), Massimo Dall’Oglio (“Underskin”, “John Doe”), Davide De Cubellis (“Martin Mystère”), Andrea Del Campo (“John Doe”, “Valter Buio”), Werther Dell’Edera (“John Doe”, “Loveless”, “Dark Entries”), Carmine Di Giandomenico (“Battlin Jack Murdock”, “Magneto: testament”), Michele Duch (“Tribù Magazine”), Antonio Fuso (“John Doe”, “Fear agent”), Andrea Gadaldi (“John Doe”), Pier Gallo (“Legs”, “Gaijin”), Davide Gianfelice (“Northlanders”, “Greek street”), Gianfranco Giardina (“Killer Elite”, “Mono”), Giuliano Giunta (“Rimeisle), Simone Guglielmini (“Detective Dante”, “Sergeant Zero”), Giuseppe Marinello, Alex Massacci (“Jonathan Steele”, “Doctor Voodoo”), Francesco Mortarino (“Dead Nation”), Guido Nieddu, Davide Pascutti (“La Grande Guerra”, “Marcinelle”), Rossano Piccioni (“Inside”, “L’insonne”), Giorgio Pontrelli (“John Doe”), Paolo Raffaelli (“Umberto Mistri – aviatore”), Maurizio Ribichini (“I quattro colpi”, “Storie fragili”), Andrea Rossetto (“Tengu-Do”), Armando Rossi (“Ford Ravenstock”), Lorenzo Ruggiero (“Superman Red son”, “La neve se ne frega”), Antonio Sarchione (“C.O.P.S.”), Marco Soldi (“Dylan Dog”, “Julia”), Cristiano Spadoni (“Magico Vento”, “Julia”), Claudio Stassi (“Brancaccio”, “John Doe”), Joachim Tilloca (“Un anno dopo”) e Riccardo Torti (“John Doe”).
Oltre ai disegnatori, compongono lo staff anche altre due persone, il cui contributo è preziosissimo: Andrea Toscani, che mi fa da editor, e Mauro Mura, autore del logo, grafico della serie e letterista di tutti gli episodi.
Quali sono state le più significative tra le tue esperienze precedenti?
La mia esperienza di sceneggiatore è ancora troppo esigua per potervi individuare dei momenti salienti che vadano oltre l’esordio di cui ho già parlato, anche perché ho pubblicato prevalentemente storie brevi. Ho pubblicato per “Mono” (Tunuè, disegni di Werther Dell’Edera, Elena Casagrande e Gianfranco Giardina), “Killer Elite” n.2 (Alessandro Bottero Edizioni, disegni di Andrea Del Campo e Gianfranco Giardina) e su Donnell&Grace - Blue lights (IDEAcomics, disegni di Massimo Dall’Oglio).
Cosa rispondi a coloro che ritengono il fumetto un sottogenere?
Che sbagliano due volte. Intanto, ritengo il fumetto un linguaggio e non un genere; alcuni esponenti della critica fumettistica non sono d’accordo, ma per me rimane un linguaggio, con una sua sintassi abbastanza precisa e individuabile. Il secondo errore, poi, è quello di ritenere ancora oggi la cultura (e i media che la producono e diffondono) alta e/o bassa.
Per completare la risposta, comunque, c’è anche da dire che l’errore più grave lo commettono quegli stessi autori, editori e operatori del settore in genere che vivono con soggezione il proprio ruolo nel mondo del fumetto, come se si dovessero sempre giustificare agli occhi di chi invece lavora nel cinema o fa musica.
Se i primi li guardo con un certo distacco, questi ultimi continuano a mettermi addosso un’infinita tristezza.
Sei titolare della Libreria Azuni di Sassari, da circa vent'anni uno dei maggiori punti di riferimento cittadini per quanto riguarda i libri scolastici e i testi universitari ma soprattutto la prima libreria specializzata in fumetti della provincia. Raccontaci le soddisfazioni e le fatiche di un libraio...
Quando un cliente torna, io sono soddisfatto. Quando un cliente torna e consiglia la mia libreria, sono doppiamente soddisfatto. Quando riesco a stimolare qualcuno con i giusti consigli e avvicinarlo con successo e sua soddisfazione a qualcosa che non ha mai letto, io sono soddisfatto. Le fatiche sono costituite dal momento generale estremamente difficile, che impone un ulteriore sacrificio in termini di ore non adeguatamente retribuite e spese oltre l’orario di lavoro. E’ faticoso cercare di correggere un mio errore, ma è ancor più faticoso trovare soluzione a problemi creati da altri (clienti, editori e/o distributori, agenti).
Come procedono le iniziative legate a GialloNoir, il nuovo settore della tua libreria dedicato alla letteratura di genere?
Fino a ora tutti gli incontri che ho effettuato in libreria hanno visto protagonisti autori e operatori del settore del mondo del fumetto. La risposta è sempre stata ottima o – nella peggiore delle ipotesi – soddisfacente.
Quando ho deciso di aprire GialloNoir sapevo che mi sarei inserito in un mondo che – come libraio – conosco poco, quindi ho sviluppato preventivamente degli anticorpi che potessero permettermi di rispondere alle situazioni più scoraggianti.
GialloNoir è partito a fine aprile e da allora a oggi (26 agosto) ho organizzato cinque incontri, dedicati ognuno a uno scrittore diverso: ha inaugurato la serie Paola Barbato (sceneggiatrice di Dylan Dog e autrice, per Rizzoli, di tre romanzi thriller: Bilico, Mani nude e Il filo rosso), seguita da Elias Mandreu (autore di Nero riflesso e Dopotutto per la Casa editrice Il Maestrale). A luglio, come ben sai, ho realizzato una mini-rassegna ombrello “GialloNoir – Brividi d’estate: tre venerdì all’insegna del giallo e del noir” che ha visto ospiti Sergio Paoli (autore, per Fratelli Frilli Editori, di due romanzi: Ladro di sogni, e Monza delle delizie), te e Gianfranco Cambosu (che ha relizzato fino a ora Menzogna dell'arca per Ennepi Libri e Pentamerone barbaricino per Fratelli Frilli Editori). Mediamente tutti gli incontri sono andati in maniera più che soddisfacente. L’afflusso di pubblico non è stato alto, ma è stato costante e diversificato. La cosa maggiormente importante per ora, comunque, è che la libreria sta cominciando a essere un punto di riferimento cittadino (e non solo) per la narrativa gialla (con tutte le sue declinazioni e sfumature possibili). In autunno riprenderò gli incontri e spero che tutto il settore ingrani definitivamente.
Ma è vero che ci sono sempre meno lettori?
Meno lettori e che spendono meno, stando a sentire colleghi e le statistiche nazionali. Personalmente non saprei confermarti, dato che – nonostante il periodo difficile – la mia libreria sta riuscendo a far fronte senza perdere colpi. E’ molto molto dura, questo sì, ma per ora tengo botta.
Se il Ministero della Cultura ti invitasse a ideare uno spot per invogliare la gente a leggere, quale sarebbe?
Leggere dovrebbe essere una necessità e nessuna necessità duratura può essere indotta – a mio avviso - con uno spot. Sarebbe maggiormente auspicabile un cambiamento culturale e i cambiamenti culturali non hanno solo necessità di tempo, ma anche di grandi investimenti economici.
Progetti?
Come libraio, cercare di continuare a resistere al meglio. Come sceneggiatore, continuare “Rusty Dogs” e riprendere a lavorare e terminare “Once were criminals”, un progetto cui tengo enormemente che sto portando avanti con Gianfranco Giardina, che ne è cocreatore e disegnatore.
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