About Elly. Dall’Iran con dolore…
Quello di una scomparsa, la Elly del titolo (Taraneh Alidoosti), maestra elementare che su insistenza di Sepideh (Golshifteh Farahani), madre di un suo alunno, accetta di partecipare assieme ad un gruppo composto da tre coppie più un giovane iraniano fresco di divorzio, ad un week-end sulle rive del Mar Caspio.
Mentre la comitiva entra in subbuglio perché uno dei bambini rischia di affogare, Elly scompare dalla spiaggia…
Il sollievo per il salvataggio del bambino lascia ben presto spazio alla preoccupazione per la sorte di Elly. Sul perché della sparizione il gruppo inizia ad interrogarsi senza venire a capo di nulla, anzi, ben presto si fa spazio la constatazione che nessuno, in fondo, conosceva davvero Elly…
Quando poi Sepideh rivela che era fidanzata, la tensione già alta schizza alle stelle, giacché è facile capire che in Iran risulta inconcepibile che una ragazza fidanzata possa frequentare comitive dove siano presenti altri uomini.
Asghar Farhadi, regista e sceneggiatore, punta deciso sull’apertura di due fronti, in fondo quasi obbligatori (e forse un po’ scontati…): il primo è l’osservazione di come il gruppo reagisce al mistero della scomparsa, il secondo fornire, attraverso le reazioni di ognuno, dalle più riflessive alle più accese, un quadro attuale della società iraniana in particolare sul versante dei rapporti uomo-donna (suggeriamo, ai fini di confronto con questo, anche I gatti persiani, altro film iraniano che a differenza di questo ha avuto seri problemi con la censura).
Esemplare il crescendo emotivo della vicenda a prova di qualsivoglia deriva retorica.
L’ultima immagine del film, quella dove alcuni membri della comitiva cercano inutilmente di far ripartire un’auto rimasta insabbiata, è una di quelle che paiono messe lì apposta per far riflettere. Be’, ci riesce (poi ognuno ci vedrà ciò che vuole…)
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