Definito il Simenon fiammingo Pieter Aspe (pseudonimo di Pierre Aspeslag) è nato a Bruges nel 1953. Ex precettore, fotografo, commerciante di vini, venditore di granaglie e cereali, custode di una basilica, impiegato in un'impresa tessile e lavoratore stagionale per la polizia marittima, ha esordito come scrittore nel 1995 con Il quadrato della vendetta, primo titolo di una serie di 26 libri. Nel 2001 ha vinto il Premio Hercule Poirot come miglior scrittore fiammingo di gialli. Fazi Editore ha pubblicato Il quadrato della vendetta (2009), Caos a Bruges (2010) e recentemente Le maschere della notte. I suoi romanzi vedono protagonista il commissario Van In.
In occasione della sua visita in Italia il nostro prezioso collaboratore Massimo Carloni ne ha approfittato per proporgli una interessante intervista che troverete in versione integrale in rubriche/10078.
Eccovene una parte:
Quando e perché ha deciso di scrivere noir?
Avevo quarant'anni, facevo il custode della basilica del Saint Sang a Bruges, ma non ero soddisfatto della mia vita. Scrivere era sempre stato il mio sogno, così, preso dal desiderio di cambiar vita, ho iniziato a pensare seriamente all'ipotesi di cimentarmi con la scrittura. Solo dopo mi è balenata l'idea di un giallo, un genere molto in voga in Belgio che mi permetteva di mettere alla prova anche la mia fantasia. Tra l'altro, non avevo minimamente considerato l'ipotesi di esser tradotto negli altri paesi. Che dire? Ho avuto molta fortuna!
Quali autori, europei e non, l'hanno maggiormente influenzata?
In realtà non c'è stata una vera e propria forma di ispirazione, ma uno dei miei scrittori preferiti è Jef Geeraerts. Tutte le mie storie sono solo frutto della mia immaginazione. Chiaramente a volte basta anche una frase sentita per sbaglio in un bar, o per strada per far sì che nasca un'idea o una nuova avventura per Van In.
Qualcuno, anche in Italia, si ostina a paragonarla a Simenon, anche se a mio parere, vi sono molti fattori che l'allontanano: quale rapporto ha o non ha avuto col più famoso scrittore di gialli dell'area francofona?
Per quanto riguarda gli elementi in comune, sicuramente anche Van In come Maigret ha un viso familiare e una vita molto comune, proviene da una famiglia di umili origini e non ha smanie di grandezza. Inoltre nei miei gialli, come in quelli di Simenon, non c'è molta violenza, tutto il resto però è del tutto diverso! Il paragone mi lusinga perché chiaramente riconosco la grandezza di questo scrittore, anche se non lo conosco benissimoŠcredo di aver letto solo due dei suoi gialli e di aver visto qualche puntata in Tv. In ogni modo è un paragone che mi porto dietro da quando un giornalista di Le Figaro, quando ero ancora solo un esordiente, mi ha "etichettato" così, ma quando si ha a che fare con uno scrittore nuovo è più che giusto cercare dei paragoni, è una sorta di pubblicità che non può che giovare.
L'intervista integrale la tovate in rubriche/10078
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