La tragedia di una vita normale…
Memoria di morte di Thomas H. Cook, Mondadori 2010.
Una strage. In un giorno piovoso di novembre, più precisamente il 19, William Patrick Farris, quarantaquattro anni, uccide la sua famiglia: la moglie Dorothy, il figlio Jamie e la figlia Laura. Scampa all'eccidio l'altro figlio Steven che ritarda il suo rientro da scuola per un appuntamento con un compagno. Il padre, poi, scompare senza lasciare traccia.
A trenta anni di distanza Steven ripercorre in prima persona la storia della sua vita e di quel momento in particolare, spinto dalla giornalista Rebecca Soltero che sta scrivendo un libro sui delitti di famiglia. Ora è un architetto sposato con Marie e ha un figlio, Peter, di nove anni. La storia si alterna, dunque, tra la vita attuale, un menage matrimoniale assai triste, e i ricordi attraverso i quali ricostruisce le personalità e i rapporti tra i vari membri della famiglia. Sempre più assillanti e devastanti. Insieme ad alcune scoperte (vedi quella relativa alla madre) e ai vari dubbi che incominciano a spuntare: il padre aveva un'amante? Qualcuno lo ha aiutato? Uno esterno o della famiglia? O è addirittura innocente?. Nel frattempo il rapporto con la moglie si sgretola lentamente, mentre prende sempre più corpo quello con Rebecca e la voglia di capire la ragione o le ragioni che hanno spinto suo padre a un gesto così disperato e insensato.
Grande perizia espositiva, un frugare continuo nell'animo, nei ricordi, il formarsi di atmosfere inquietanti, lente, uggiose, la monotonia che serpeggia, la fatalità che aleggia e incombe anche su di lui. Un racconto che va via fluido e sembra nascere da se stesso. Pezzo per pezzo, tassello per tassello, attraverso impressioni, immagini, volti, parole, scene che volteggiano, si incrociano e uniscono a formare una grande tragedia.
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