Atmosfere… 

Sono sincero. Ho preso un po' in giro l'arrivo di un'altra sigla coniata da Montanari. Quel post-noir, o post noir, o postnoir come diavolo volete. Poi, però, quando ci si avvicina allo scrittore, c'è poco da prendere in giro. Lo dimostra la raccolta di racconti E poi la notte di Raul Montanari, Mondadori 2010.

Quattro uomini di notte fuori da una clinica: Walid il principe, Köhler il duca, Christian e Vanni i barboni con le loro storie, i loro problemi, il loro passato, i loro destini. Il presente con Christian che viene portato in carcere per accertamenti, l'incontro sessuale, i pensieri sul mondo "Le parole degli umili sono semplici e dirette come quelle dei profeti". Le riflessioni: meglio vivere come gli animali, la schiavitù della siringa e del televisore sempre acceso.

Nella clinica di fronte l'attesa della morte, ovvero l'ex commissario Astrea malato terminale seguito dal fratello Ricardo, il loro rapporto rarefatto con il passare degli anni, la morfina, allucinazioni, incubi, la lenta agonia. Il delitto. L'uomo della "camera in più" ucciso con un rasoio e dunque l'ultima indagine dell'ex commissario dal suo letto di sofferenza: il dubbio, il passato che riemerge, la molla che fa scattare la luce della scoperta del colpevole. Per ritornare tutto grigio, angosciante e la natura a chiudere il cerchio con il suo mistero.

Altri racconti tra sogno e realtà, ricordi, solitudine, la tristezza della vita, il finale inaspettato, lo strano rapporto tra due assassini: il pesce siluro (che se la cava) e l'uomo (che viene ucciso), il pescatore con i suoi ricordi.

E poi il mondo vacuo e torbido degli stilisti, amori gay, suicidio e morte, qualche spunto sulla vita e le sue trappole, qualche critica al mondo dei media, il trucchetto delle gemelle, l'uomo ombra che disegna per lo stilista di grido.

Scrittura delicata, sensibile, che si insinua lenta nelle pieghe dell'animo a creare un'atmosfera angosciante di attesa, una tristezza che aleggia con qualche sprazzo di humour a renderla ancora più triste.