Scegliendo una struttura di cornice nella cornice, Daniele Bonfanti compie con “una magia metaletteraria con la fluidità del prestigiatore e con la sapienza di chi conosce bene la materia che sta narrando". Al centro delle cornici si stagliano Mattia e la musica da lui composta, cui manca solo la nota finale. Ma la melodia risposa nei meandri oscuri del ricordo e Mattia, adottato da piccolo, deve indagare non solo sui veri genitori: deve proprio tornare alle origini e deve rispondere a una serie di quesiti oscuri che si appianeranno scorrendo le pagine, ognuno al momento debito. Perché il nome dei suoi genitori adottivi non combacia con quello da lui conosciuto? Cosa c’entrano, con la storia, un pianoforte a coda incatenato e presenze feline sfuggenti? E una misteriosa quanto evanescente figura femminile? Perché molte cose non tornano a Mattia, durante la sua ricerca, e pare che enigma copra enigma in un inquietante gioco di veli? E, soprattutto, perché quelle note si rimbalzano nelle epoche e nei luoghi, dalla Venezia di Giacomo Casanova, alla Crociata contro i Catari, alla Normandia dell’alto medioevo?

Il lettore lo scoprirà con calma, condotto per mano dallo scrittore, attraverso un viaggio dal sapore epico – il cammino di Mattia – accompagnato da quella musica tanto cara all’autore che, ricordiamolo, è pianista e compositore. Ma anche ex campione di kayak, cultore di sport avventurosi, con una preparazione di estrazione filosofica e un’erudizione rara sugli antichi misteri. Questi studi e quelli esoterici hanno contribuito all’idea di fondo del romanzo, idea inscindibile da un anelito di conoscenza, o meglio, di φιλοσοφία, intesa in senso etimologico come composto di φιλεῖν (amare), e σοφία (sapienza), e quindi di “amore per la sapienza”. Qui incontrerete personaggi emblemi di più alti significati. Troverete la Verità e altre metafore, salterete attraverso la Storia, vi imbatterete in figure mitologiche, le conturbanti Sirene. E come da questi presupposti si giunga a disquisire sulla nostra vita e sulla percezione incompleta della stessa, lo spiegano le parole stesse di Bonfanti:

« “La solita realtà mi sembra una semplificazione”.

“Una razionalizzazione” precisò Marina. Fece una pausa. “Molto umana. L’uomo non si rende conto di nulla. È la bestia più ottusa.”

Mattia sorrise. “È vero”.

Lei continuò: “È presuntuoso, supponente. Pensa che il mondo sia quello che lui vede, che lui sente, che lui può percepire. Che sia quello e solo quello. Il resto non esiste. Solo bugie. Eppure sa che ci sono colori che i suoi occhi non possono vedere, suoni che le sue orecchie non possono udire, sa di non avere sensi che altri animali hanno per conoscere il mondo. Pensa che il mondo sia quella ricostruzione che il suo cervello fornisce di quanto i suoi sensi percepiscono».

Seconda edizione per un romanzo uscito nel 2007, ancora straordinaria prova di copertina del Duo Diramazioni per il decimo volume della collana Eclissi di Edizioni XII, diretta da Luigi Acerbi, questo libro porta, in conclusione, il sigillo della sua buona qualità: mi riferisco alla postfazione del maestro dell’horror, Danilo Arona, con le cui parole vorrei concludere invitandovi ad ascoltarlo quando dice che questo «libro non si dovrebbe soltanto leggere. Ma annusare e ascoltare».

Il book-trailer:

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