Dall'8 luglio in libreria due nuovi "Bassotti", i romanzi della collana edita dalla Polillo Editore che ripropongono classici del giallo. Si tratta di Charlie Chan e il cammello nero di Earl Derr Biggers e di Morte in Harley Street di John Rhode.
In una calda mattina di luglio la bella e ricca attrice hollywoodiana Shelah Fane sbarca alle Hawaii al seguito di una troupe cinematografica per le ultime riprese di un colossal sui Mari del Sud. Quella stessa sera la donna organizza un ricevimento nel suo villino sulla spiaggia, ma poco prima dell’inizio della festa viene trovata uccisa da una pugnalata al cuore. L’ispettore Charlie Chan della polizia di Honolulu, tutto astuzia e aforismi orientali (tra cui quello che dà il titolo al libro: “La morte è un cammello nero che s’inginocchia, non invitato, davanti a ogni porta”), interroga con pazienza i numerosi ospiti dell’attrice, ma ne ricava solo indizi inconsistenti. L’unico vero aiuto giunge da un indovino chiamato Tarneverro il Grande che godeva di grande considerazione presso la donna, tanto che solo a lui Shelah aveva rivelato di aver assistito all’omicidio di Denny Mayo, un attore ucciso a Hollywood tre anni prima il cui caso è tuttora irrisolto. Ma Tarneverro non conosce il nome del colpevole di quel delitto, ed è al corrente di una sola cosa, per giunta la più preoccupante: anche l’assassino di Denny Mayo si trova in quei giorni a Honolulu. Dal romanzo fu tratto nel 1931 un celebre film con Warner Oland nei panni di Charlie Chan e Bela Lugosi in quelli di Tarneverro.
Charlie Chan e il cammello nero di Earl Derr Biggers (Polillo - “I bassotti” n. 83) - Pagine 304 - € 13,90 - ISBN 978-88-8154-340-3 - Traduzione di Lia Volpatti
Earl Derr Biggers (1884-1933), nato a Warren, Ohio, si laureò ad Harvard nel 1907. Assunto dal Boston Traveler per tenere una rubrica umoristica, finì per occuparsi con passione di critica teatrale. Se la sua commedia If You’re Only Human (1912) si rivelò un fiasco, il romanzo d’esordio, il mystery Seven Keys to Baldpate (1913), riscosse un immediato successo ed ebbe una celebre versione teatrale e sei riduzioni cinematografiche. Nonostante l’ottima accoglienza dei due libri successivi, lo scrittore abbandonò la narrativa in favore del teatro fino alla metà degli anni Venti, quando uscì a puntate sul Saturday Evening Post e poi in volume Charlie Chan e la casa senza chiavi (I bassotti n. 26). Il personaggio, ispiratogli da un articolo su un poliziotto cinese di Honolulu, incontrò subito il favore del pubblico. Seguirono altre cinque avventure prima che l’autore venisse stroncato da un infarto all’età di cinquantun anni. La popolarità di Chan, tuttavia, continuò a crescere grazie alla ricca filmografia che il cinema hollywoodiano dedicò alla sua figura, sia basandosi sui romanzi, sia utilizzando, dopo la morte dello scrittore, sceneggiature originali. Oltre che di quarantacinque pellicole, l’ineffabile investigatore è stato protagonista di serie radiofoniche e televisive, fumetti e cartoni animati.
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Il dottor Mawsley, medico londinese di successo, non è molto stimato dai suoi conoscenti, ma è decisamente soddisfatto della propria vita. E alla fine di una lunga giornata di lavoro ha un motivo in più per essere felice, quando un avvocato gli presenta dei documenti in base ai quali erediterà un’ingente somma da una paziente particolarmente grata. Ma neanche un’ora dopo Mawsley viene trovato morto sul pavimento del suo studio in Harley Street, in seguito a un’iniezione fatale di stricnina. Le indagini escludono nettamente le ipotesi di omicidio e di suicidio, e il caso viene archiviato come morte accidentale. Ma com’è possibile che un luminare come Mawsley sia incorso in un simile errore, iniettandosi una dose letale di una sostanza tanto pericolosa? L’eccentrico Lancelot Priestley, ex professore di matematica applicata con l’hobby dell’investigazione criminale, viene informato del caso durante una cena tra amici, e mostra subito di non credere alla teoria dell’incidente. Così, mentre invita il sovrintendente di polizia Jimmy Waghorn a effettuare ulteriori indagini, Priestley usa il suo acume e la sua perspicacia per ipotizzare una quarta possibilità (oltre a omicidio, suicidio e incidente) che spieghi il perché di una morte tanto curiosa. Un ingegnoso mystery del 1946, finora inedito in Italia, da lasciare sbalorditi.
Morte in Harley Street di John Rhode (Polillo - “I bassotti” n. 86) Pagine 288 - € 13,90 - ISBN 978-88-8154-357-1 - Traduzione di Bruno Amato
John Rhode (1884-1964), pseudonimo dello scrittore inglese Cecil John Street, ha firmato 140 mystery, oltre a volumi di argomento politico e storico e ad alcune biografie. Fu ufficiale di carriera dell’esercito britannico prima di dedicarsi all’’attività letteraria. Esordì nella narrativa poliziesca nel 1924 e l’anno successivo introdusse il personaggio del professor Lancelot Priestley (The Paddington Mystery), che avrebbe poi conquistato grande popolarità grazie a The Murders in Praed Street (1928, I delitti di Praed Street – I bassotti n. 1). Quest’ultimo fu anche l’unico suo romanzo ad avere una versione cinematografica (Twelve Good Men, 1936) dalla quale, paradossalmente, venne eliminato il personaggio del professore. La regolarità della sua produzione – quattro gialli all’anno – lo indusse nel 1930 ad adottare l’ulteriore pseudonimo di Miles Burton, di cui in autunno la Polillo pubblicherà Death in the Tunnel (1936, Nel buio della galleria), finora inedito in Italia.
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