I lettori di ThrillerMagazine ormai ben conoscono Marcello Simoni, che più di un’esclusiva ha riservato alla rivista. Autore Premio Bancarella che con i suoi thriller a sfondo storico sta incantando sempre più lettori, ma principalmente Simoni è un narratore instancabile: l’abbiamo incontrato per parlare del suo nuovo romanzo, Il labirinto ai confini del mondo (Newton Compton), l’ultimo della trilogia del Mercante di libri maledetti.

    

Aspettavamo il terzo capitolo della saga da anni: che effetto ti fa vederlo finalmente su carta?

È come completare un trittico di cui avevi pronti i bozzetti da molto tempo, ma che non immaginavi come sarebbe apparso una volta ultimato su tela. L’impressione finale dà quasi un effetto estraniante, dato che mi trovo di fronte a tre romanzi distinti che possono essere letti “orizzontalmente”, capaci di compenetrarsi l’un l’altro e di dare un senso compiuto non solo alla mia visione sul medieval thriller, ma anche alla direzione che sto imprimendo alla mia narrativa. Nel corso di questi tre anni sono molto cambiato, o forse semplicemente maturato. Il labirinto ai confini del mondo sancisce questa metamorfosi, senza tagliare i ponti con ciò che ho scritto prima.

    

Il XIII secolo è un’epoca ricca di misteri affascinanti: cosa ne pensi nella tua veste di studioso?

Che si tratta di un periodo storico talmente sfaccettato da rendere impossibile comprenderne appieno la forma mentis. I contrasti tra papato e impero, la nascita dei comuni e delle università, la condanna dell’eresia e del mondo orientale, lo sviluppo dell’economia e delle classi sociali, la nascita di nuovi ordini religiosi e di nuove teorie scientifiche, convivono tutti insieme in un grande mosaico, come infiniti microcosmi localizzati sullo stesso pianeta. Più che fascino, credo che si tratti di pura vertigine.

    

Ignazio è cresciuto in questo tempo: è cresciuto anche il suo autore?

Attore che impersona Ignazio da Toledo
Attore che impersona Ignazio da Toledo
Spero di sì, anche se a deciderlo dovranno essere i lettori. Dal mio punto di vista, mi sento molto maturato. A costo di ripetermi, voglio precisare che non sto rigettando quanto scritto in passato. Semplicemente, parlo di un’evoluzione di stile mediata da una maggior consapevolezza. Il mio approccio alla fiction tuttavia non è cambiato. Adesso come allora, ogni volta che scrivo un romanzo mi lascio trascinare dall’entusiasmo e dalla creatività. Senza freni.

    

Il Mercante è nato come trilogia, ma dopo tanto successo editoriale... possiamo aspettarci una qualche aggiunta?

Non posso anticipare nulla: svelerei importanti dettagli del finale...

    

Nel frattempo è uscita anche la raccolta di Rex Deus Saga: cosa ti rimane di questo esperimento nato nel mondo digitale?

Il desiderio di continuare l’esperienza. E puoi scommetterci che accadrà! Dopo il successo del feuilleton digitale Rex Deus e della sua edizione cartacea (L’isola dei monaci senza nome), mi sento di poter affermare con una certa sicurezza che i corsari ottomani torneranno prima o poi a infestare le mie pagine.

    

Arriviamo a “L’enigma del violino”, eBook in giallo che stiamo per leggere: cosa ci puoi raccontare?

Si tratta di un racconto uscito per l’antologia Estate in giallo pubblicata da Newton Compton, e che l’editore ha voluto lanciare anche in formato digitale. Confesso di essermi molto divertito a scriverlo. È ambientato nella Roma settecentesca e ha come protagonista Vitale Federici, che già compare nel mio romanzo breve I sotterranei della cattedrale. Il successo riscosso da questo personaggio, unito alla mia passione per la figura di Sherlock Holmes, mi ha spinto a metterlo ancora una volta in gioco, per indagare su un enigma in cui complotti, avvelenamenti e massoneria si fondono come nell’accordo di uno strumento musicale.