Maria Masella ha al suo attivo oltre 50 opere pubblicate tra romanzi e racconti; noir, romance e anche spy-story. Proprio con un racconto pubblicato sulla Collana Segretissimo diretta da Laura Grimaldi, nel 1986, ha esordito in Mondadori e da allora, si può ben dire, non se ne è mai andata visto anche la recentissima pubblicazione del romance Un nome dal passato. E lo stesso dicasi per la casa editrice Fratelli Frilli che pubblicò nel 2002 il noir Morte a domicilio, avente come protagonista il commissario Mariani, che da allora la tiranneggia con questa serie, o è il contrario?
Ex insegnante di matematica, Maria ha una scrittura pulita, senza fronzoli, diretta e incisiva, che lascia il segno. Ho il piacere di conoscerla di persona, e posso affermare che è una dei pochissimi che riesce a farmi tollerare la scrittura in prima persona... presente!
Che non è solo il tempo usato nei suoi “Mariani”, ma anche una deformazione professionale che le deve essere rimasta, quella di fare l’appello, visto che mi ha richiamato diverse volte prima che riuscissi a districarmi abbastanza da concepire le domande! Ma infine eccole qua, mandate una alla volta, come un botta e risposta tramite mail, o cellulare, o quel che capitava perché siamo donne e, si sa, noi donne ci arrabattiamo costantemente tra dovere e passione...
Maria, quanto c’entra la matematica nella stesura dei tuoi romanzi?
Quando per la prima volta mi sono cimentata in un romanzo noir, Per sapere la verità, ho scelto come personaggi principali dei matematici di professione e come “set” l’Istituto di matematica.
Tengo accanto al PC un foglio di carta a quadretti, per i pasticci.
La risposta più importante è però un’altra. Mi sono laureata con una tesi di logica matematica sui problemi di coerenza di un sistema e in qualsiasi storia, mia o di altri, d’istinto il primo controllo è sulla sua coerenza; in parole povere: “sta in piedi” o è soltanto un’accozzaglia di eventi? E questo vale sia per i noir sia per i romance.
C’è ancora un’altra risposta e l’ha evidenziata Riccardo Sedini presentando un mio noir da Feltrinelli: l’attenzione per il linguaggio, non una parola di più, non una di meno, e scelta con cura. Tipico dei matematici che sanno come ogni termine abbia un significato preciso. Anche questo vale per noir e per romance.
Mi chiedo se è un caso che stiamo utilizzando il carattere courier...
Courier new è l’unico carattere monodimensionale (tutti i caratteri hanno la medesima dimensione) e ha due vantaggi: a colpo d’occhio valuto le dimensioni di un testo (anche se, in prima stesura, imposto la pagina in modo da ottenere circa 1000 battute) e soprattutto il testo ha ancora un piacevole effetto “in costruzione”, mentre altri caratteri sembrano troppo testo “finito”, stampato e non invogliano a effettuare modifiche.)
La forte coerenza interna dei tuoi romanzi è una cosa che ho notato e che apprezzo moltissimo perché mi spinge ad abbandonarmi alla narrazione con fiducia poiché sono certa che, per quanto appaiano incomprensibili le ragioni dei personaggi, tutto quanto andrà a posto prima della fine. Nel backstage, è una cosa pianificata con una sorta di scaletta oppure accade in modo naturale nel divenire della storia?
Non predispongo nessuna scaletta, anzi non so come si svolgerà la vicenda. In alcuni noir scopro l’assassino e il movente “in itinere”, nei romance so solo che dovrà “finire bene”. In prima stesura “butto fuori tutto” guidata da una sensazione, un’emozione, qualcosa che devo scoprire e comunicare al lettore. Poi è rilettura per valutare se è coerente la storia e coerenti i personaggi, ovviamente, e “taglia e cuci” per portare alla luce la storia intrappolata nella prima stesura (detta schifezza). E poi altre infinite stesure... Aggiungendo descrizioni, perché nelle prime stesure sono pochissime, ci sono quasi soltanto dialoghi e tante parentesi. Sarà un male da matematici, ma sono di un comodo pazzesco.
Odio (e non è parola grossa) le scalette, le uniche volte in cui le ho predisposte, non ho finito il romanzo, per noia. E sono una che si annoia raramente.
Come odio le sinossi, le scrivo a romanzo FINITO per accontentare l’agente che mi vende; le uniche volte in cui un romanzo non mi è stato comprato sono state quelle in cui, prima del definitivo, avevo dato in lettura una sinossi: forse si aspettavano qualcosa di diverso?
Ahahahah!!!! Sto veramente ridendo... sia perché anche io detesto le scalette (e infatti sto navigando a vista) sia perché la tua battuta mi dà l’aggancio per la prossima domanda sul sense of humor. L’ho trovato spesso nei tuoi romanzi, un personaggio o delle situazioni che non definirei proprio buffe, ma ricche di senso dell’umorismo sì. Raccontaci di questo aspetto dei tuoi romanzi, Maria...
Mi piace ridere, mi piaceva anche da prof! Più della barzelletta mi piace la battuta fulminante; ho anche scritto, per la rivista Marea, “articoli” tutti di battute, come le ciliegie, una tira l’altra. E un romanzo divertente Belle sceme. Qualsiasi storia può essere raccontata in molti modi e non mi dispiace un pizzico di humor. Ma lo trovo nelle mie storie soltanto quando le rileggo, probabilmente ho salato senza accorgermene, da cuoca provetta! Può essere una breve scena che rende meno zuccherosa la conclusione di un romance, come in Un nome dal passato quando cadono a terra le uova... O, sempre nel medesimo romance, Stefania troppo agghindata che, d’altra parte, serve come contrasto con la protagonista. Nei noir l’humor è più amaro, perché è la vita che riesce ad essere insieme tragica e comica. È Torrazzi che tagliando la fiorentina al sangue parla di autopsie. La vita è un intreccio di tanti sapori, tragici e comici: uno dei testi teatrali che amo di più è Madre Courage di Bertolt Brecht... L’ho visto (sei volte) allo Stabile con Lina Volonghi ed Eros Pagni. Riuscissi a scrivere così!
“Zuccherosa” non è proprio un aggettivo che ti si addice. Nei romance i tuoi protagonisti sono sempre uomini dai modi spicci che non si sprecano in smancerie, e anche le tue protagoniste sono donne che spesso hanno sofferto e sanno grattare la superficie per arrivare al sodo... quanto ti ci rispecchi?
Non potendo dare alle mie protagoniste il mio aspetto fisico, perché le lettrici getterebbero il libro prima di concludere tre paginette, ho dato loro qualcosa di me, il mio motto è “stringi i denti e vai”, non mi piace fermarmi alle apparenze e sono così poco smancerosa che molti mi immaginano priva di sensibilità. Sì, lo ammetto, gli abbracci obbligatori e i complimenti ancora più obbligatori mi pesano. Se ti abbraccio è un abbraccio vero, i complimenti sono sentiti. E i protagonisti maschili? Preferisco gli uomini che dimostrano il loro amore con i fatti.
E qui ci casca Antonio Mariani. Come dicevi qualche tempo fa su Facebook credo, quindici anni sono un pezzo di vita. Raccontaci un po’ di lui, che ha attirato persino le mire di qualche televisivo fino a chiedertene i diritti...
Comincio a rispondere dalla fine, per chiarezza: sì, i Mariani sono piaciuti a una addetta ai lavori, Francesca Solinas, che mi ha pagato un’opzione per una serie TV, ma poi non è riuscita a trovare i finanziatori.
E ora il mio rapporto con Antonio Mariani: undici romanzi pubblicati e ristampati, due tradotti in Germania, il dodicesimo già consegnato all’editore, tre racconti noir e uno non noir che uscirà su RomanceMagazine.
Tanti, troppi, momenti della mia vita si sono infiltrati nelle sue storie; alcuni esempi: i tempi della vita ospedaliera sono purtroppo esperienza di prima mano, il cimitero dove è sepolto Pietro Gambaro è quello dove sta mia madre e all’ingresso c’è una targa che ricorda un medico di nome Pietro, Francesca compra la focaccia e vede l’assassino poco lontano dalla scuola dove ho insegnato più di vent’anni, a Lavagna ho presentato un Mariani e ho “visto” il luogo del delitto. I passi di Antonio a Sampierdarena sono i miei, al cento per cento.
Ho con Antonio un rapporto duplice: quando lo scrivo lo amo (alla follia), altrimenti lo odio perché, come scrittrice, mi ha bloccato. Sono “quella di Mariani”; ho pubblicato un romanzo, assolutamente non noir, con un altro editore e da Feltrinelli, abitualmente molto attento, è stato messo negli scaffali dei noir...
Mi piace paragonare il genere romance con quello giallo, perché mi sembra che entrambi abbiano una certa rigidità di plot... secondo te, il lieto fine, come cardine principale del plot romance, ha lo stesso peso della risoluzione del caso per il noir?
Sì, direi di sì. In entrambi i generi c’è la necessità di ristabilire l’ordine, anzi di stabilire un ordine “migliore”: per il romance è essenziale ribadire la forza risolutrice dell’amore, un noir senza individuazione (non parlo di punizione) del o dei colpevoli è sballato! Sono due generi in cui il finale “aperto” è un non-senso.
Sapere che i romance sono letti quasi esclusivamente da un pubblico femminile influenza il tuo modo di scrivere? L’approccio alla scrittura di un romance cambia rispetto a quello di un noir?
No, sapere che i miei romance sono letti principalmente da donne non influenza il mio modo di scrivere. Sono i due generi che, secondo me, hanno necessità diverse. I romance richiedono un ritmo più disteso, rilassato, con qualche descrizione in più e maggior attenzione ai sentimenti dei personaggi. Sarò banale, ma quando scrivo romance storici salgo in carrozza (a volte monto a cavallo, però!) e quando scrivo noir inforco la motocicletta.
Sempre per paragonare gialli/noir con romance... potremmo considerarla narrativa di genere, di evasione, eppure nessuno si mette a “spiegare” perché si leggono i gialli o i noir mentre invece in molti pretendono di fare disamine socio-culturali delle lettrici di romance: secondo te perché?
I “gialli” hanno da tempo cambiato nome, diventando noir, thriller: spesso sono diventati contenitori in cui l’aspetto “indagine” è sempre meno importante e qualificante. In alcuni la qualità della scrittura è anche alta e può soddisfare lettori e lettrici esigenti.
Per il “rosa” il cambiamento di nome in romance è più recente, il legame allo schema fisso, innamoramento contrasti lieto fine, è ancora rigido e non permette approfondimenti. È vero che il romance non è di serie B, perché nessun romanzo può essere giudicato soltanto in funzione del genere di appartenenza; è altrettanto vero che esistono romance non di serie A. Stessa considerazione per romanzi di qualsiasi genere, è ovvio.
Inoltre, chi legge romance? Soprattutto donne... Non commento.
Perché no? Non puoi lasciarci su una battuta sibillina come questa...!
Battuta sibillina? Se molti ritengono le donne meno intelligenti, meno forti, meno affidabili..., cioè persone di serie B, è ovvio che le letture delle donne siano etichettate automaticamente di serie B. Invece siamo meno retribuite a parità di incarichi, abbiamo meno tempo per noi... È inutile che continui, le lettrici sanno già che sono femminista!
Sì, eh! Bene, bene, ne riparleremo dunque... Soprattutto perché leggo nell’altra email che Lucius scalpita, mi chiede quando deve mettermi in scaletta che tra Gangland-Cracovia e tutte le news, teme, credo, gli possa arrivare un tacco in testa all’improvviso!
Ma prima di chiudere... le ultime due domandine!
Tra le ultime uscite giallo/noir... cosa vorresti consigliarci, e perché?
Primo perché è il primo episodio della serie Mariani e perché il romanzo che uscirà per Natale si collega proprio a quella storia di tanti anni fa.
Nota: questa è un’intervista a puntate. Elena mi ha inviato questa domanda dopo qualche giorno di silenzio e si è scusata della latitanza (e noi che siamo donne... tempo nostro non ne abbiamo!). Nel prossimo noir c’è un latitante! Scherzi del caso!
Invece tra le ultime uscite romance, cosa ci consigli e perché?
Non tutte le proprie storie si amano ugualmente... e quindi L’ultimo segreto anche se non è l’ultimo pubblicato. L’ho scritto più di gusto “mio”!
Qui potete leggere il primo capitolo del romance consigliato dall’autrice: http://blog.librimondadori.it/blogs/iromanzi/files/2011/08/masella_ultimo-segreto.pdf
Saluto con affetto Maria Masella e per chi volesse saperne di più...
Frilli sta rendendo disponibili in ebook DRM Free (notare!) i romanzi del ciclo Mariani anche se per motivi tecnici sono disponibili i più recenti mentre i primi devono ancora uscire, comunque i primi volumi sono ancora disponibili in cartaceo, ordinabili nelle migliori librerie oppure sugli store on-line.
Maggiori informazioni su romanzi e racconti qui: http://www.mariamasella.it/index.htm
Anche la collana I Romanzi Mondadori sta rendendo disponibili in ebook le vecchie uscite, e anche loro hanno iniziato dai più recenti (evidentemente i motivi tecnici sono gli stessi...) purtroppo in questo caso i cartacei sono reperibili solo con la richiesta di arretrati tramite le edicole, senza sovrapprezzo, oppure contattando il servizio apposito. Per saperne di più
http://blog.librimondadori.it/blogs/iromanzi/2012/02/01/modalita-di-richiesta-dei-numeri-arretrati/
Per finire, ecco il primo capitolo del romanzo Primo: racconti/13194/
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID