Se il mondo dell’edtoria è in crisi, non sembra esserlo quello dei lettori, sempre avidi di nuove proposte e attenti alla qualità delle offerte. Che in Italia piaccia il genere fantastico non è un mistero, ma al recente Salone Internazionale del Libro di Torino si è dimostrato che una casa editrice come la Delos Books - molto attenta a tutte le sfumature di questo genere letterario - è in grado di riscuotere le attenzioni e l’apprezzamento di larghe fasce di lettori.
Ne parliamo con il direttore responsabile Franco Forte, presente in molte vesti in Delos ma soprattutto presente a Torino in questi “Delos Days” appena trascorsi, a stretto contatto con lettori ed estimatori.
Lo stand della Delos Books è stato un momento per incontrare lettori e appassionati: come hai trovato la risposta del pubblico ai prodotti della casa editrice?
Formidabile. Bastava guardare tutti gli stand che ci circondavano, sempre abbastanza vuoti. Noi invece eravamo sempre pieni, soprattutto di gente che arrivava al nostro stand per stringerci la mano, perché ci conoscevano o avevano sentito parlare di noi. Ormai Delos Books è una realtà affermata, e se si parla di generi letterari, allora noi siamo sempre ai primi posti, con le nostre collane, con i nostri siti, con le nostre iniziative. Per certi versi, quella del Salone del Libro 2012 è stata un’esperienza ubriacante. Anche grazie al fatto che quest’anno avevamo uno stand di ben 16 metri ad angolo, e quindi molto più spazio per presentare i nostri prodotti e per ricevere i lettori.
Uno dei prodotti di punta, presentati in Fiera, è l’antologia “365 racconti sulla fine del mondo” da te curata. Che impressioni hai ricevuto da lettori e “fieristi”?
È stata bestseller assoluta. Già sabato alle 14, due ore prima dell’incontro con tutti gli autori prefissato per le 16, avevamo finito tutte le copie del libro. Peccato, perché moltissimi avrebbero voluto prenderlo, ma si può rimediare online, sul nostro Delos Store [www.delosstore.it]. L’importante è avere toccato con mano la partecipazione e il calore della gente, non solo autori presenti nella raccolta, ma anche dei tanti che ci conoscevano e volevano vedere con i loro occhi quello che stavamo combinando, e dei partecipanti occasionali del Salone. Ricordo una ragazza che ha preso una copia dell’antologia e poi, timidamente, ha detto che voleva acquistarla. Quando le ho chiesto perché, la sua risposta è stata: «mi ha incuriosita. Ho visto che ce l’hanno tutti in mano!»
Tra vampiri e zombie da una parte e fantascienza a tutto tondo dall’altra, Delos Books offre davvero un piatto ricchissimo: alla Fiera ti è sembrato che qualche genere fosse apprezzato più di altri?
A parte il fenomeno della 365 fine del mondo, abbiamo venduto un po’ di tutto. Apprezzati come sempre i vampiri, ma anche gli zombie si sono difesi molto bene. E altrettanto hanno fatto le nostre riviste, che sono sempre di più e sempre più richieste. Quest’anno, poi, avevamo una vera chicca, che riproporremo nelle altre fiere a cui parteciparemo: un poster enorme con stampata sopra tutto l’Odissea di Omero. In omaggio all’opera che ha dato vita al fantastico ma anche al nome delle nostre principali collane.
Con “Anarres” aumenta il numero di riviste (cartacee o digitali) di Delos: c’è secondo te un aumento dell’interesse per magazine specializzati?
Credo proprio di sì. Il pubblico è sempre più “verticale”, quindi interessato a generi specifici, e le riviste specializzate sono in grado di soddisfare chi, in quei generi, vuole muoversi con scioltezza, ottenendo tutte le informazioni che gli servono ma anche apparati critici (e narrativa di qualità) che altrimenti non troverebbe su Internet.
Per finire, qual è il tuo bilancio “a caldo” di questi Delos Days a Torino?
Un bilanco più che positivo, persino migliore dell’anno scorso, nonostante la crisi. Il che mi fa ben sperare per il futuro.
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