Lo scorso 21 marzo all’hotel Admiral di Milano si è svolta la Serata Segretissimo in omaggio alla celebre collana della Mondadori: per l’occasione nomi di grande calibro hanno presentato le novità imminenti che vedremo nelle edicole a partire da maggio.

Tre grandi scrittori della testata, Stefano Di Marino, Andrea Carlo Cappi e Giancarlo Narciso (che si sono presentati ovviamente con i rispettivi pseudonimi Stephen Gunn, François Torrent e Jack Morisco) sono stati introdotti da Franco Forte, anch’egli in passato scrittore per la collana ma ora in veste di editor. Il tutto condito dai commenti del mattatore Andrea G. Pinketts.

Grandi scrittori e grandi lettori: così Pinketts ha introdotto gli autori della serata, ma il giudizio si può estendere anche a parte del pubblico presente, composto in parte da scrittori più o meno in erba. «Perché prima di diventare un grande scrittore devi essere anche un grande lettore: di letteratura alta, bassa, di traverso». Grazie a questi autori, continua Pinketts, esiste la possibilità per il lettore di tornare bambino, sì, ma «bambino informato sui fatti». «Grazie alla documentazione, all’abilità di capire il globo terracqueo e i suoi errori e i suoi orrori, grazie a scrittori così noi possiamo farci una chiave della situazione leggendo una spy story in misura sicuramente migliore di quanto non potremmo fare leggendo l’articolo di cronaca estera di qualsiasi quotidiano.»

                    

L’incontenibile autore-presentatore ha colto esattamente nel segno. A dispetto di troppi luoghi comuni che vorrebbero la letteratura action o spy story come qualcosa di molto superficiale (se non addirittura volgare), sempre più lettori si stanno rendendo conto che queste storie affondano le radici in uno studio approfondito del mondo e le sue dinamiche geopolitiche, utilizzando una visuale molto più disincantata e realista di tanta propaganda politica considerata invece più ispirata.

Una spy story non è solo azione e luoghi comuni (come purtroppo molti pensano): è un meccanismo costruito utilizzando molteplici ingranaggi. C’è sì l’azione (sparatorie, inseguimenti, combattimenti) perché il genere richiede anche questo, ma c’è anche un tipo di approfondimento socio-politico per nulla superficiale, così come una caratterizzazione dei personaggi studiata proprio come un romanzo mainstream. Al di là di tutte le etichette e i nomi anglofoni, dunque, una buona spy story è semplicemente un buon romanzo.

                  

L'editor Franco Forte presenta la nuova veste grafica della collana. (Foto di Stefano Di Marino)
L'editor Franco Forte presenta la nuova veste grafica della collana. (Foto di Stefano Di Marino)
Gli autori di Segretissimo credono nella qualità del prodotto, così come ci crede l’editor Franco Forte, a cui abbiamo chiesto un bilancio della serata e se secondo lui il pubblico ha compreso le grandi possibilità di questa testata.

FF: «Mi pare proprio di sì, anche se, naturalmente, a una serata dedicata a una collana è ovvio che partecipino soprattutto gli amanti di quella collana e del genere trattato, quindi il gioco è stato facile. Però ho visto brividi di emozioni sincere correre sui volti dei presenti, quando ho presentato le nuove copertine, che sanciranno il rilancio grafico (e di formato) delle testate Segretissimo a partire da maggio, e questo è buon segno. Perché non c’è miglior critico dell’appassionato che tiene a un prodotto e non vuole vederlo depauperato. Ma se questo appassionato è soddisfatto, allora almeno metà del lavoro significa che l’abbiamo fatto bene. Ora si tratta di convincere tutti gli altri, compresi i tantissimi che ancora non leggono Segretissimo

                  

Uno dei protagonisti della serata, infatti, è stato il cambiamento della veste grafica della collana: formato più grande (per accogliere anche testi più corposi) e grafica di copertina più simile a quella del Giallo Mondadori.

Abbiamo chiesto all’editor se sia stato “doloroso” questo cambiamento.

FF: «Avevo bisogno di dare una spinta forte a questa collana, e non bastavano le scelte editoriali. È ovvio che quello che “sta dentro” un libro è ciò che davvero conta, ma con le collane in edicola la veste grafica, il modo di proporti agli occhi del pubblico, l’occhiolino che strizzi dalla copertina, sono elementi importanti. La battaglia è sanguinosa, e se non si riesce a farsi notare, nelle edicole italiane si muore. Segretissimo aveva bisogno di tornare a farsi notare. Come? Con una grafica nuova e accattivante, che strizzasse però l’occhio al vasto patrimonio storico che la contraddistingue. Per cui, al formato più grande, al rinnovo totale della grafica interna, della scelta di un font più grande per rendere i romanzi più leggibili, abbiamo voluto abbinare un richiamo al passato glorioso della testata, a quei colori che ne hanno connotato la vasta diffusione negli anni d’oro, i Settanta e Ottanta. Abbiamo lavorato duramente, e adesso speriamo che il risultato possa piacere.»

                   

Primo numero della nuova collana "Il Professionista Story"
Primo numero della nuova collana "Il Professionista Story"
Come si può vedere dalle copertine qui esposte (pubblicate in anteprima per gentile concessione di Franco Forte) la novità più evidente è la “morigeratezza” nel vestire delle modelle protagoniste, rispetto a passate copertine dall’impatto più forte. «Si voleva un po’ più di eleganza - spiega Forte - per andare verso un pubblico un po’ più ampio: visto che c’è un pubblico femminile che sta leggendo sempre più Segretissimo, siamo andati incontro anche a questa esigenza».

                    

L’altra protagonista della serata è la nuova figlia della testata: Il Professionista Story. «Stephen Gunn (che sappiamo tutti chi è ma non lo dico!), autore del Professionista, ha stabilito tutta una serie di record - ha raccontato Forte. - Da uno screening che ho fatto sulle vendite degli ultimi cinque anni, mi sono accorto che il titolo di Segretissimo che vendeva di più era il nuovo romanzo del Professionista che usciva. Più di tutti gli autori internazionali! [...] Ho presentato così un progetto in Mondadori, che è stato accettato (vi assicuro che farsi accettare un progetto per una nuova linea editoriale oggi è la cosa più difficile che esista).»

«A partire da maggio - continua l’editor - faremo una collezione nuova che si chiama Il Professionista Story, che raccoglierà tutti i romanzi a partire dal primo, tutti i racconti più degli inediti che andranno ad incasellarsi tra alcuni romanzi per fare da trait d’union fra le storie rimaste in sospeso. Recupereremo tutta la linea del personaggio, con tre uscite l’anno, ed è una sfida importante perché vuol dire che avremo la linea Segretissimo, Segretissimo SAS e la nuova Professionista Story: una vera sfida! Io sono convinto e tranquillo che riusciremo a portarla avanti bene».

                        

Una nuova collana monografica, quindi, che si accosta all’inossidabile SAS - Son Altesse Sérénissime Malko Linge - ancora un cavallo di razza dopo più di cinquant’anni. Abbiamo chiesto a Forte cosa pensi di questo personaggio letterario.

Nuova veste grafica di Segretissimo SAS
Nuova veste grafica di Segretissimo SAS
FF: «SAS è intramontabile. Fa registrare dati di vendita impressionanti, che nessun altro titolo delle nostre collane da edicola riesce a raggiungere, neppure tra le consorelle Gialli Mondadori e Urania. Ormai Gérard de Villiers rappresenta l’icona della spy story, e il seguito dei suoi lettori pare espandersi sempre di più. Il che non può che farmi felice. E ne approfitto per annunciare un’altra novità interessante su questa serie: a luglio pubblicherò una corposa antologia erotica di SAS, con il meglio di tutte le scene ad alto tasso erotico che hanno reso celebre Malko Linge, il Principe delle Spie. Un libro che, ne sono convinto, andrà a ruba!»

                  

Come si è visto, c’è solo uno scrittore del mondo di Segretissimo che si avvicina all’immarcescibile SAS, ed è Stephen Gunn. Abbiamo chiesto a Stefano Di Marino se quando da ragazzo lesse per la prima volta un numero di Segretissimo si sarebbe mai immaginato che un giorno sarebbe diventato ospite d’onore di una serata dedicata alla collana.

SDM: «Vuoi sapere la verità? Ci ho lavorato per anni con la testardaggine del Professionista. Ho cominciato a scrivere storie di spionaggio a 14 anni su quaderni scritti a mano, fantasticando di pubblicare su Segretissimo. Il mio personaggio era... Fang Sing Ling che i lettori del Prof conoscono perfettamente: una via di mezzo tra Bruce Lee e James Bond. Sono forse un pazzo? Magari sì, ma se tutto ciò ha un senso è che la passione e la perseveranza, il “cuore” contano qualcosa.»

Si è capito che il Professionista ha in serbo per i lettori una “lunga estate calda” con l’inizio delle ristampe, ma quanto il suo autore ha dovuto aggiornare il personaggio, riprendendo storie di 17 anni prima?

SDM: «Il lavoro non è stato tanto aggiornarlo quanto rientrare nella mentalità dei tempi per ricreare lo spirito del Professionista “giovane”, magari un po’ più ingenuo negli intrighi di spie ma sicuramente gagliardo.»

                  

Stefano Di Marino "scortato" dalle Segretissimo Girls: Daria Lisa "Firework" Senni e Selene Feltrin
Stefano Di Marino "scortato" dalle Segretissimo Girls: Daria Lisa "Firework" Senni e Selene Feltrin
Nuova veste grafica per la testata, collana monografica dedicata al Professionista, il SAS che procede a testa alta in vetta alle classifiche... E Segretissimo “serie madre”? Quale saranno le future scelte editoriali?

«In tutte le collane Mondadori - racconta Forte, - dal rilegato agli Oscar generalmente gli autori stranieri vendono 50-60% più degli autori italiani (a parte qualche nome più importante): la Segretissimo Italian Legion invece vende benissimo. I nostri italiani (quasi tutti sotto uno pseudonimo, ormai farlocco perché lo sanno benissimo tutti chi c’è dietro!) vendono benissimo, tanto e anzi di più degli autori stranieri. Nel 2013, pensate, usciranno tre romanzi tradotti di autori internazionali e tutti gli altri in collana saranno italiani sotto pseudonimo».

Insomma, il futuro della collana sarà tutto italiano!

                    

Abbiamo così parlato con un altro esponente della Legion (nome utilizzato per la storica antologia curata da Fabio Novel nel 2008): François Torrent, alias Andrea Carlo Cappi.

Il suo personaggio di Mercy “Nightshade” Contreras ricorda da vicino le grandi spie d’azione del cinema recente (Salt, Colombiana, Knockout): ma vi si ispira o le anticipa?

ACC: «L’anticipa nettamente. Non solo perché il primo romanzo della serie uscì nel marzo 2002, quindi un anno prima di Kill Bill, ma perché l’idea era nata addirittura nella primavera del 2001. Per la precisione una mattina in cui, davanti a un caffè, Stefano Di Marino mi fece notare che in Segretissimo mancava una serie con una protagonista femminile. Ne parlammo prima che andassi a svolgere il mio lavoro cominciato l’estate precedente in quello che avrei battezzato - ed è tuttora - l’Archivio Jacono, traboccante delle tavole che Carlo Jacono aveva realizzato per le copertine di Segretissimo. Sarà stata l’atmosfera, ma quando uscii per tornare a casa, nel tragitto in metropolitana, mi venne in mente non solo una protagonista, ma anche l’intera struttura di una saga costruita intorno a lei. La proposta fu approvata e il primo romanzo uscì nel marzo di dieci anni fa.»

Ad agosto è prevista l’uscita dell’attesissimo settimo (e forse conclusivo) romanzo della serie...

Da sinistra: Franco Forte, Andrea Carlo Cappi, Selene Feltrin e Daria Lisa "Firework" Senni. (Foto di Stefano Di Marino)
Da sinistra: Franco Forte, Andrea Carlo Cappi, Selene Feltrin e Daria Lisa "Firework" Senni. (Foto di Stefano Di Marino)
ACC: «Io stesso ho atteso con ansia di arrivare finalmente al settimo romanzo, completato nel febbraio 2012 e in uscita il prossimo agosto. Con questo libro, che chiude la saga ma non il mondo di Nightshade, ho pensato tanto ai nuovi lettori che vi entreranno ora senza sapere niente del passato, con una storia che si regge in piedi da sola; ma anche a quelli che hanno letto anche i sei romanzi precedenti e potranno riallacciarsi alle storie passate. Lascio la suspense su come si concluda il libro: in questa serie anche i personaggi principali possono fare una brutta fine e la protagonista ha una sua nemesi, Sickrose, che ha avuto ordine di ucciderla. Qualche settimana fa ho fatto un sondaggio su facebook: la maggior parte dei lettori spera che Nightshade ne esca viva, ma c’è anche chi fa il tifo per Sickrose. Il finale è già nelle mani dell’editore e lo scoprirete in agosto. E lascio un’altra anticipazione: il romanzo ha anche un’ideale colonna sonora in un album uscito da qualche settimana negli Stati Uniti e che contiene precisi riferimenti a Nightshade e Segretissimo. Ma per le rivelazioni attendo che l’album sia distribuito anche in Italia.»

            

Abbiamo chiesto a Giancarlo Narciso cosa ne pensi del futuro della spy story.

GN: «Ho avuto la conferma di quello che da tempo pensavo e che mi ha spinto a fondare Borderfiction (www.borderfiction.com), ovvero che il filone dell’avventura esotica sarà la nuova frontiera dell’editoria d’evasione, visto che il mystery, e le sue sottoderivazioni come il noir, da tempo mostrano segni di cedimento. E l’avventura esotica trova nella spy story lo strumento migliore per veicolare i suoi stilemi. Per cui mi aspetto che l’interesse per questo tipo di narrativa sia destinato a crescere nel prossimo futuro.»

La domanda successiva è obbligatoria: quando tornerà il suo Banshee nelle pagine di Segretissimo?

GN: «Banshee tornerà presto, coinvolto in una losca vicenda di money laundering e di pirateria. Al suo fianco ci sarà ancora una volta Sergio Biancardi, che dopo Otherside [Perdisapop 2011], sembra essere passato dal ruolo di spalla a quello del comprimario.»

                               

Un futuro ricco di novità esplosive, dunque, ma il “segreto” della collana (di cui si riporta a fianco il numero ancora in edicola) è nella qualità delle storie in essa contenute, come ben spiega Cappi nella spumeggiante conclusione della serata all’hotel Admiral, con tanto di esaltato appello finale...

«Noi continuiamo a scrivere un Segretissimo rispettoso della tradizione però non lo raccontiamo più come una volta perché saremmo ripetitivi, saremmo datati. [...] La cosa che forse dovrebbe sorprenderci, ma non troppo, è che tutti questi grandi prodotti [cinematografici] di successo all’estero hanno successo perché assomigliano ai nostri romanzi, che noi abbiamo cominciato a scrivere prima. E pertanto noi dobbiamo avere lo stesso successo e il nostro successo comincia da voi lettori!»