Titolo originale: Assesseur pour l’échafaud

D’aprés le roman “Cornuta ma non mazziata” (La Cocue de l’enfer), par Noël Calleux, traduition italienne par Salvatore Ciappulli, Les Éditions de la Palomme, Castelpizzuto 2012

Io non resisto più.

Ti amo... Ti amo... Dobbiamo farlo!

Florence (Jeanne Moreau) in “Ascensore per il patibolo”,

regia di Louis Malle (1957),

sceneggiatura di Louis Malle e Roger Nimier

Non è possibile, sono già impegnato.

Marcello Cocomazzo, detto “Renata”

L’ascensore si bloccò al nono piano con il suono di un rutto da birra andata di traverso. Le luci si spensero. L’ispettore Ventrella urlò in si bemolle: - Uh, madonna mia! E mmo’ come facciamo?

- Come facevano gli antichi - lo redarguì severo, il commissario Masciopinto.

- E come facevano? - domandò con ansia trepida Ventrella.

- E che cazzo ne saccio? - replicò seccamente il suo superiore. - Io sono moderno. Ai tempi degli antichi non ero ancora nato.

I due solerti investigatori si trovavano nell’unico grattacielo della città. Una torre di vetro ed acciaio che svettava su campanili scrostati e condomini ancora più scrostati, oltre che abusivi. Era la sede dell’assessorato ai lavori pubblici, dove per decenni si era provveduto all’unico lavoro pubblico che aveva senso: costruire a suon di tangenti la sede dell’assessorato ai lavori pubblici. È vero: sembra un gatto che si morde la coda, ma i gatti non è che tengono tempo per capire la geometria. E nemmeno gli assessori, se è per questo.

Nel buio dell’ascensore, scattò un accendino. Era quello del commissario Masciopinto, che illuminò il quadrante del suo orologio da polso. Segnava le 15.30. Il picco della controra.

L’ispettore Ventrella si sporse a guardare: - Cacchio! A quest’ora dormono pure i morti del cimitero. Qua prima delle sei o delle sette, non ci viene a sbloccare nisciuno!

- Ed è qqua (sic!) che vi sbagliate - obiettò l’altro. - Questo bleccoutto l’ho concordato di persona con l’azienda elettrica per provare una mia tesi.

- Commissa’, parlate più facile. Non mi sono portato dietro il vocabolario.

- Ventrella, quando un ascensore si ferma dentro un palazzo, che succede?

- Che uno si deve fare a piedi tanti piani e bestemmia quanti più ne tiene.

- Ma se uno rimane dentro l’ascensore?

Ventrella corrugò le sopracciglia, conferendo ai suoi lineamenti da Neanderthal peso piuma un barlume di perplessità che lo faceva retrocedere a scimmia antropomorfa.

- Grida, si dispera e se gli scappa la fa direttamente sul posto - rispose al commissario.

- Intanto, voi trattenetela, sennò vi faccio trattenere lo stipendio per sempre - fu la minaccia preventiva del commissario. - Poi, seguitemi.

- ’Ndove? Qua non ci sta manco lo spazio per fare una loffa.

- Seguitemi nel ragionamento! Se uno rimane bloccato dentro all’ascensore, non può andare da nessuna parte. A maggior ragione se ha commesso un efferato omicidio.

Ventrella si grattò una pustola sulla guancia sinistra: - Che significa efferato omicidio, commissa’?

- Tenete presente quando uno ammazza a un altro con tanto di sangue e strilli ed effetti speciali?

- Insomma un film...

- Un film che dallo schermo viene nella realtà.

Peccato che quando si scrive un racconto non si possono mettere le musiche, perché qua ci voleva proprio uno stacco di violini cupo ed inquietante. Tipo Bernard Hermann, quello che faceva le musiche dei film di Alfred Hitchcock. Ma che cacchio ne sapete oramai tutti quanti come state di Bernard Hermann, di Alfred Hitchcock e compagnia bella, voi che vi state a scimunire co’ compiuter, feisbuc e tutte ’ddi fessarìe. Eh, la gioventù non è più quella di una volta, la libertà ci ha rovinato, la scuola non educa più, mazze e panelle fann’i figghije belle...

Ehm.

Chiedo scusa, nella stesura del testo si è inserito arbitrariamente mio zio Chechèle, emerito segretario dell’Associazione per il Rinnovo della Gioventù. Comprano Viagra online ed importano badanti moldave all’ingrosso. Adesso si sono fissati per un corso sul giallo, perché dicono che nei gialli almeno ogni tanto si vedono scene di sesso, e dato che fin’a mmo’ non ne ho messa neanche una, voleva prendere le redini del racconto.

Dunque, torniamo nell’ascensore con il commissario Masciopinto e l’ispettore Ventrella. I due solerti investigatori non andavano né avanti né indietro. O meglio, né sopra né sotto.